#Un libro da scoprireL’uomo di fronte alla Natura matrigna
È affascinante il titolo: Il mondo che verrà (Bompiani, 2017, Euro 18,00, pp. 272. Anche Ebook). È affascinante anche l’immagine di copertina con un mare bigio, coperto di ghiaccio spezzato e che si perde nelle nebbie di un orizzonte indefinito. Sono soprattutto ricchi di fascino i racconti che compongono questo libro, frutto del talento narrativo e creativo dello scrittore americano Jim Shepard. Ogni storia del Mondo che verrà, anche la breve Canzone d’amore cretese che si sviluppa in sole tre pagine, ha il respiro e la forza di un piccolo romanzo. Inizia, ci fa innamorare dei personaggi e delle loro vicende, ci coinvolge pienamente e poi ci porta verso la fine senza lasciarci con la sensazione che altro avrebbe potuto essere detto, senza darci quel senso di incompiutezza che spesso accompagna il racconto. Seguiamo così le vicende di Edward Little attraverso il suo immaginario diario dedicato al fallimento dell’impresa della Terror, una delle navi che a metà Ottocento cercò di addentrarsi nei mari artici rimanendo però intrappolata nei ghiacci. Soffriamo con gli occupanti di una piattaforma marittima dell’esercito americano e con i loro familiari mentre una tempesta “perfetta” sta portando catastrofe e morte. Saliamo sulla prima mongolfiera assieme agli audaci che intrapresero il primo volo umano, i fratelli francesi Montgolfier. Ci ritroviamo sull’isola di Creta prima che un gigantesco tsunami spazzi via un’intera civiltà più di 3500 anni fa.
In tutte queste vicende, lontane tra loro per ambientazione, personaggi, atmosfere ed eventi, Shepard riesce a trovare una chiave narrativa originale e soprattutto credibile, senza mai sembrare sul punto di forzare la narrazione e il linguaggio. Il suo stile e il suo modo di raccontare, ben resi nella traduzione italiana da Elena Malanga, rimangono, infatti, piani, sicuri, padroni delle vicende e dei personaggi. E riescono a trasmetterci il senso di una umanità che in ogni momento della sua storia ha voluto e saputo inseguire i propri obbiettivi e perseguire i propri desideri ma ha dovuto sempre fare i conti con le forze apparentemente irrazionali del destino. Un destino che trova il suo compimento in una Natura che come in Leopardi appare indifferente agli sforzi umani. Non contraria, ma totalmente sganciata dalla logica degli uomini e dalle loro vite. Matrigna avrebbe detto il poeta di Recanati con una felice sintesi che Shepard, a nostro parere, potrebbe sentire adatta per i suoi racconti.