Nel cuore della Sardegna centro-occidentale, su un altopiano di basalto che guarda la fertile vallata di Modolo, sorge un minuscolo scrigno di arte e memoria: Tinnura, o Tinnùra in sardo.

Appena 250 abitanti, eppure capace di racchiudere un patrimonio di bellezza e tradizione che sorprende chiunque decida di attraversare la strada statale 292, dove il paese si fonde senza soluzione di continuità con il vicino Flussio.

Murale a Tinnura, Oristano (Foto Sergio Loi)

In questa terra antica, nella subregione della Planargia, ogni pietra, colore e profumo racconta una storia. Qui il tempo sembra scorrere più lentamente, scandito dal lavoro nei campi, dai canti delle feste religiose e dal fruscio delle fibre vegetali che asciugano al sole, pronte a trasformarsi in cesti intrecciati con arte antica e infinita pazienza.

L’asfodelo, il salice e il giunco spinoso — che dà origine anche al nome del paese, “thinnías” in protosardo — sono i materiali che fanno di Tinnura un centro d’eccellenza dell’artigianato isolano, tramandato di generazione in generazione.

Tinnura, Oristano (Foto Sergio Loi)

Ma ciò che rende Tinnura davvero unica è il suo volto d’artista. Le case raccontano storie: sulle loro facciate, decine di murales vividi e poetici rappresentano scene di vita contadina, feste popolari, antichi mestieri, riti del passato. Un vero e proprio museo d’arte moderna a cielo aperto, che ha reso celebre il paese ben oltre i confini dell’Isola.

Murale a Tinnura, Oristano (Foto Sergio Loi)

Tra statue e installazioni firmate da grandi artisti sardi come Pinuccio Sciola e Simplicio De Rosas, camminare tra le vie lastricate di trachite rossa, marmo bianco e basalto grigio è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.

Murale a Tinnura, Oristano (Foto Sergio Loi)

E poi ci sono i sapori, in primis quello inconfondibile della malvasia, il vino dorato che nasce dai filari coltivati sulle colline tutt’intorno.

Murale a Tinnura, Oristano (Foto Sergio Loi)

Tinnura è anche agricoltura, ulivi e frutteti, piccole aziende familiari e un legame profondo con la terra. Un legame antico quanto i suoi menhir prenuragici e le vestigia dell’età del Bronzo, come il nuraghe Tres Bias e la monumentale tomba di Giganti su Crastu Covocadu, tra le più importanti di tutta la Sardegna.

Murale a Tinnura, Oristano (Foto Sergio Loi)

Il viaggio non è completo senza una visita alla chiesa seicentesca di Sant’Anna, patrona del paese, celebrata a fine luglio con riti religiosi e festeggiamenti civili. A inizio settembre, un’altra devozione anima le strade del borgo: quella per la Beata Vergine del Rimedio.

Murale a Tinnura, Oristano (Foto Sergio Loi)

Tinnura è tutto questo: un luogo dove l’arte non è solo ornamento, ma linguaggio identitario, dove la storia non è rinchiusa nei musei ma vive sui muri, nei gesti e nei canti.

Murale a Tinnura, Oristano (Foto Sergio Loi)

Un piccolo gioiello della Planargia che non si limita a custodire il passato, ma lo racconta a voce alta a chiunque decida di fermarsi ad ammirarlo.

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