Dai paesaggi mozzafiato e le foreste incontaminate alle strette stradine del centro storico, con le case in pietra arricchite dai famosi murales del paese.

Autunno in Barbagia il 19 e 20 ottobre fa tappa a Orgosolo, cuore della Barbagia e parte del Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu. Lecci, ginepri, aceri e roverelle, prati popolati da greggi, boschi con specie faunistiche tipiche della montagna come muflone, cinghiale, volpe, gatto selvatico, lepre, e numerosi uccelli.

Splendide le escursioni che si possono intraprendere sui sentieri che si snodano intorno al paese. Verso est si raggiungono i maggiori rilievi, come il monte Osposidda a 914 metri. Di lì ci si può immettere sul passo Iscala de S’Arenargiu che porta al Supramonte, e lungo il percorso ci si imbatte in uno spettacolare scorcio sul Corrasi, con un masso che forma un arco naturale.

Imperdibile il canyon di Gorroppu, che per un lungo tratto si può percorrere a piedi ed è uno dei più profondi d’Europa con le sue pareti che raggiungono i 450 metri d’altezza. Lì vicino, circondato dalla foresta, spunta sul ciglio di un costone roccioso il nuraghe Presethu Tortu, chiamato anche Gorropu, da cui si ha una meravigliosa visuale sul canyon.

Il patrimonio archeologico. Numerosi menhir e domus de janas, da Tettene a Istovuzzi e Pandelai. Numerosi i villaggi nuragici, nel territorio sono stati censiti più di 30 nuraghi, molto interessante quello di Mereu immerso nella cornice del Supramonte. Al Medioevo risalgono i ruderi dell’antico villaggio di Locoe a nord del paese, intorno a cui sono ancora visibili i resti della parrocchiale intitolata a San Leonardo oltre a quelli delle chiese di Santa Maria, San Paolo e San Marco.

Il centro storico è caratterizzato da strette stradine e case in pietra arricchite dai bellissimi murales noti in tutto il mondo. I primi risalgono agli anni Sessanta del Novecento.

Altri aspetti della tradizione per cui è noto il paese. La produzione di su Lionzu, benda che incornicia il volto delle donne in abito tradizionale. Si realizza con fili di seta prodotta da una selezionata varietà di baco. A Orgosolo inoltre si tramanda l’arcaico canto a tenore, proclamato dall’Unesco Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità.

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata