Su Ricette sarde proponiamo oggi la ricetta di un dolce tipico sardo, uno tra i più riconoscibili della nostra tradizione dolciaria: Is Gueffus o Sospiri, a seconda della zona di provenienza. Ce ne ha parlato Virna Porcedda, del panificio Fromentu di Terralba.

LA TRADIZIONE. Il nome “Gueffus” deriva dalla parola “Guelfi”, cioè i guerrieri medievali che sostenevano il Papa contro l’imperatore. Vengono invece chiamati sospiri, soprattutto nella zona di Ozieri, in quanto il sospiro sarebbe il dolce degli innamorati, visto che l’amore fa sospirare.

GLI INGREDIENTI. «Farina di mandorla dolce: non utilizziamo la farina già pronta, ma grattugiamo le mandorle e mettiamo un chilo sia di mandorle che di zucchero, 200 ml di acqua fior d’arancio, 10 grammi di scorza di limone e 50 ml di sambuca. Con queste quantità escono diversi Gueffus da 20 grammi. Questi sono gli aromi dei Gueffus. Non utilizziamo altro. Questa è la ricetta classica, tradizionale, che ci hanno tramandato le nostre nonne».

PREPARAZIONE. «Gli ingredienti vengono amalgamati in una pentola per qualche minuto. A differenza degli altri amaretti, per questo dolce non si utilizza l’albume, ma come liquido si usa solo l’acqua fior d’arancio e la sambuca. Il liquido viene quindi scaldato in una pentola e girato in modo che l’alcol evapori e l’impasto si amalgami bene. Per quanto tempo? Circa 5-10 minuti, dipende anche dall’ambiente esterno. Vengono poi composte delle palline che si arrotolano nello zucchero semolato, in modo che si impregnino di questo. Devono poi essere fatte asciugare per circa mezz’ora e infine vengono avvolte nella loro tipica carta velina con la scritta “Gueffus”».

LE VARIANTI. Oltre alla ricetta classica che abbiamo appena proposto, è possibile preparare questo dolce anche con il cioccolato al sapore di mirto.

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