C’era un tempo, non troppo lontano, in cui a Quartucciu l’autunno profumava di polvere, sudore e festa. I cavalli scalpitavano lungo via Nazionale, tra gli applausi della folla e il ritmo incalzante dei tamburi. Era il tempo di Su pannu de Santu Pedru, l’antica celebrazione in onore di San Pietro, ma non è chiaro dai ricordi dei più anziani se fosse San Pietro Pascasio, vescovo e patrono sentito in paese. Certo è che, Su Pannu, infiammava i cuori e le strade del paese.

Lo raccontano le voci degli anziani, ma anche le pagine pazientemente scritte da Pietro Corona e Lucio Spiga, testimoni di carta di una tradizione che per secoli ha unito sacro e popolare in un unico, vibrante respiro collettivo. Un respiro che, tra settembre e ottobre, ma anche a luglio, si levava in ringraziamento per l’annata buona o in supplica per quella a venire.

Al centro di tutto, il palio: la corsa dei cavalli e la sfida tra cavalieri: una competizione, un rito, un’identità e una celebrazione molto sentite. Persino Vittorio Angius, nel suo celebre Dizionario, ne riporta l’importanza, sottolineando il fervore con cui la comunità si raccoglieva attorno a queste manifestazioni. Già nel 1667, esistevano comitati preposti all’organizzazione, e nel 1681 si ha notizia di un vero e proprio trofeo, conteso con onore dai più abili cavalieri della zona.

Ma il palio era solo l’anima equestre di un mosaico più ampio. C’erano le pariglie, le gare poetiche, i balli tradizionali che accendevano le notti di Quartucciu, le fiere artigiane, le bancarelle, le risate dei bambini. Era una festa totalizzante, corale, che partiva dal centro del paese per espandersi fino alla periferia.

Dopo un lungo silenzio, la memoria non si è arresa. Tra il 1989 e il 1992, grazie all’impegno delle giunte autonome e al sostegno della Regione Sardegna, l’antica manifestazione è risorta in una nuova veste. Non più legata strettamente al calendario religioso, ma carica della stessa forza evocativa. I cavalli tornarono a sfilare tra gli stendardi e i colori dei gruppi folk e, per la prima volta, fecero la loro apparizione anche i Mamuthones.

C’era poi la processione, la benedizione dei cavalieri, i balli che animavano il paese fino a tarda notte. Oggi dopo oltre trent’anni la spettacolare kermesse equestre viene riproposta dal Comune nel borgo di Sant’Isidoro, anche se in una veste rinnovata.

Domani pomeriggio, 6 aprile, dopo la benedizione dei cavalli in piazza Pisano, le pariglie provenienti da diverse località della Sardegna - Ovodda, Assemini, Oristano, Castiadas, San Vero Milis, Cabras e Silì - si esibiranno in evoluzioni acrobatiche a cavallo, accompagnate dal ritmo coinvolgente dei Tamburini e Trombettieri della Pro Loco di Oristano.

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