Arzana, Sandro Arzu lascia una lettera per chiedere scusa
Tre fogli per scagionare la famiglia da ogni accusa e chiedere loro perdonoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Chiude il sipario, chiedendo scusa per il disordine. Sandro Arzu ha lasciato una lunga lettera. Tre fogli per scacciare le ombre dai suoi familiari, scagionarli da ogni accusa, chiedere loro perdono. Parole scritte a mano, dal carcere di Uta. In una cella poco sicura, se qualcuno vi è morto dentro. Ha scritto Sandro il padre, il fratello, prima del carcerato.
La morte per il diritto risolve tutto, il suicidio non è un reato, la decisione appartiene alla sfera intima dell'individuo. Le cronache sono piene di carcerati che scelgono di evadere in questo modo. Questa è la storia di uno di loro.
Viene il tempo del rammarico. Quando muore qualcuno, chiunque sia. In un mondo parallelo, molto simile ai nostri cattivi tempi, Sandro Arzu prova a immaginare un futuro diverso. Lamenta come tutti sapessero che il principale indiziato per il suo ferimento era Beniamino Marongiu. Non riesce a capire perché non l’avessero mai fermato. Ha paura per i suoi cari.
Scampato per miracolo all’agguato, teme che identico trattamento possa essere riservata a un suo familiare. Arzu non sarebbe certo andato, per curriculum ed educazione, a presentare denuncia ai carabinieri. Tuttavia un piccolo passo in questo senso avrebbe riscritto il finale di questa storia. E salvato la vita a Marongiu. Ma forse sono storie da un mondo parallelo. Tuttavia si venne a sapere che una richiesta di misure cautelari, presentata dagli inquirenti, rimase inevasa.
L’articolo completo di Simone Loi su L’Unione Sarda oggi in edicola e sull’App Digital