Rideva e urlava, Micol Chessa, mentre puntava la pistola contro le persone presenti nella farmacia. Quindi, con i due complici, una volta razzolato il bottino (appena 300 euro) sono saliti tutti e tre a bordo di uno scooter e sono scappati. Ma non sono andati lontano. Una volante della polizia ha intercettato la moto costringendo chi guidava a una brusca manovra. Il mezzo è scivolato sull'asfalto e i rapinatori sono finiti a terra.

Dall'arma che la ragazza teneva ancora in mano sono partiti due colpi, uno ha ferito Otman Hassaine, italo-marocchino. Micol Chessa, 18 anni e lontane origini sarde, è stata arrestata insieme all'altro complice. Hassaine, invece, è riuscito ad allontanarsi ma è stato bloccato in ospedale dove cercava di farsi medicare la ferita. Ieri mattina, altri due giovani, coinvolti in qualche modo nella rapina, sono stati arrestati dagli agenti della Questura milanese. Si è conclusa così la storia di alcuni giovanissimi che volevano dare una svolta alla loro vita e hanno messo in piedi un piano assurdo.

Stupisce che a guidare la banda e a terrorizzare clienti e dipendenti della farmacia fosse la ragazzina. Nei giorni scorsi scriveva su Facebook, a proposito del colpo da Louis Vuitton che ha fruttato un bottino di 26 mila euro ai banditi: «Stimo chi lo ha fatto». Ieri, qualcuno glielo ha ricordato: «Adesso ti stima la polizia». I post di Micol Chessa fanno comunque riflettere. Sopra una foto che ritrae un'auto dei carabinieri quasi sommersa dall'acqua durante l'alluvione in Veneto aveva commentato: «La m...a rimane sempre a galla».

Al di là della banale trasgressione adolescenziale, i profili Facebook e Instagram raccontano di una ragazzina che non lavora, non studia, il suo percorso scolastico si è fermato alle medie, e che ha una passione smodata per i tatuaggi e per i look dark e punk. Esattamente come un centinaio dei suoi amici sui social. Che postano corse sfrenate e spericolate in moto, mostrano giovani armati o gruppi di ultras scatenati sugli spalti di uno stadio.
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