Un fascicolo sul registro degli atti non costituenti notizia di reato è stato aperto un mese e mezzo fa dalla Procura di Cagliari sulla casa acquistata nei pressi del Poetto dal presidente della Regione Christian Solinas. La vicenda è stata segnalata nei giorni scorsi dal Fatto Quotidiano, e ieri il governatore ha replicato, con un lungo post su Facebook, assicurando la «piena trasparenza e legittimità» di tutte le sue operazioni.

La vicenda

Il cosiddetto “modello 45” è legato a vari esposti il cui contenuto è ora al vaglio della sostituta procuratrice Maria Virginia Boi, a cui il procuratore facente funzioni Paolo De Angelis ha assegnato l’inchiesta. Si tratta dunque di un fascicolo esplorativo senza ipotesi di reato e senza indagati, legato al recente acquisto da parte del governatore di una villa del valore di circa un milione di euro, con un mutuo. L’attività di accertamento legata all'inchiesta penale è stata delegata dalla pm agli investigatori della guardia di finanza e della sezione di polizia giudiziaria della Procura, che dovranno acquisire i documenti legati alla compravendita.

Sull’acquisto di quella villa a Cagliari sono arrivati all’autorità giudiziaria una serie di esposti, alcuni dei quali anonimi, che sono stati poi tutti accorpati in un unico fascicolo. L’ex avversario di Solinas per la presidenza della Regione nel 2019, Massimo Zedda, ieri sul suo profilo Facebook ha sollecitato il governatore a fare chiarezza sulla vicenda.

La replica

In serata la risposta di Solinas: «Sono a completa disposizione per chiarire ogni aspetto delle mie attività, che pur attenendo alla mia personale sfera privata sono sempre state caratterizzate da legittimità e trasparenza», scrive il governatore, precisando di aver appreso dell’inchiesta «dai mass-media» e chiedendosi «come elementi attinenti a un fascicolo riservato possano essere nelle mani di più persone ed utilizzate per costruire un caso mediatico fondato su ricostruzioni parziali e strumentali, su allusioni e accostamenti suggestivi, su gravi omissioni». Solinas ricorda che tutto parte da «un insieme di esposti anonimi, inspiegabilmente conosciuti ad alcuni giornali e blogger», impegnati in «un frontale attacco politico nei miei confronti».

Nel merito della vicenda, il presidente afferma che «a 45 anni, dopo 25 di attività, ho acquistato una casa edificata circa mezzo secolo fa», messa in vendita da un’agenzia immobiliare. Prima il contratto preliminare e «poi l’atto pubblico, definitivo, davanti al notaio, sempre alla luce del sole, dando un acconto con i miei risparmi e accendendo un mutuo di 30 anni», garantito da ipoteca. Nessuna relazione invece con il lotto confinante, su cui un privato sta costruendo un altro immobile: quindi è «clamorosamente falsa» ogni ipotesi che colleghi l’edificazione allo stesso Solinas.

A Capoterra

Il presidente dice anche di aver messo in vendita «le mie proprietà in agro di Capoterra, acquistate nel 2002 e su cui ho investito impegno e risparmi», per pagare la nuova casa, «come credo faccia la maggior parte delle persone comuni». Ma chiarisce «di aver conosciuto l’amministratore della società promissaria acquirente solo in occasione della sottoscrizione del preliminare dinanzi al notaio». Non c’è stato ancora l’atto definitivo perché l’acquirente ha chiesto un rinvio di 3 mesi. È sfumata invece la vendita di tre ettari edificabili e uno di zona agricola, perché l’acquirente è morto dopo il preliminare, poi «consensualmente risolto con gli eredi, ai quali ho restituito per intero la caparra».

Perciò «le circostanze e le gravissime allusioni riportate dal Fatto Quotidiano sono destituite di ogni fondamento», insiste Solinas, che promette di continuare a lavorare «assumendomi come sempre l’onere di decisioni che potranno pure costarmi altri esposti anonimi», ma adottate, conclude, solo nell’interesse pubblico».

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