Ventisei anni di attività accademica. Dal 1997, anno di fondazione dell’Università oristanese, la sede del Chiostro del Carmine ha sfornato quasi 1500 neo-dottori, la maggior parte dei quali ha trovato subito un’occupazione. Dati che dimostrano l’ottimo stato di salute della sede “gemmata” degli atenei cagliaritano e sassarese, nonostante vari momenti di incertezza che si sono succeduti negli anni e che recentemente sono riemersi, legati soprattutto ai finanziamenti pubblici. L’Università però è sempre andata avanti e rappresenta ormai un punto di riferimento per tantissimi studenti che dopo il diploma vogliono continuare gli studi in settori particolari.

Le proposte

L’offerta formativa dell’ateneo oristanese è ampia ma molto settoriale. I corsi sono cinque più la scuola di specializzazione in Beni archeologici con 531 iscritti. Si tratta di percorsi di studi calibrati sul tessuto economico e produttivo dell’Isola e che intende formare professionisti in settori strategici come l’enologia e l’agroalimentare. E sono proprio i curricula in Viticoltura ed enologia e Tecnologie alimentari del corso di laurea in Tecnologie viticole, enologiche, alimentari del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari a riscuotere maggiori consensi fra gli studenti: qui gli iscritti complessivi sono 184, gli studenti del primo anno 34. Entrambi i corsi di studio sono a numero chiuso (75 posti) e offrono importanti sbocchi occupazionali nei vari ambiti della filiera vitivinicola dalla progettazione alla gestione del vigneto, dalla vinificazione alla commercializzazione del vino nelle aziende. Il corso in Tecnologie alimentari ha l’obiettivo di formare capacità professionali adeguate per poter operare nelle varie fasi dalla produzione al consumo «compresa la capacità di agire per garantire la sicurezza igienico-sanitaria e la qualità degli alimenti, ridurre gli sprechi, conciliare economia ed etica nella produzione, conservazione e distribuzione degli alimenti» fanno sapere dal Consorzio Uno. Carlo Aymerich, responsabile dei servizi universitari a Oristano, sottolinea che i corsi continuano a suscitare grande interesse così come tutto il settore agroalimentare.

Turismo

Accesso libero invece per il corso in Economia e gestione dei servizi turistici del corso di laurea in Economia e gestione aziendale (della facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, Università degli studi di Cagliari): uno dei primi a essere stati attivati al Consorzio Uno, che oggi conta 212 iscritti totali e che negli anni ha sfornato oltre 500 manager del turismo. Per tutti loro le occasioni di lavoro sono diverse sia nelle strutture ricettive che nelle agenzie di viaggio oltre che nel settore pubblico. Altro corso istituito diversi anni fa è quello in Biotecnologie industriali e ambientali nell’ambito della laurea in Biotecnologie (facoltà di Biologia e farmacia, Università di Cagliari) che offre agli studenti gli strumenti per operare in laboratori di ricerca di enti pubblici e privati, aziende dedicate al trattamento dei rifiuti, al biorisanamento, industrie farmaceutiche, cosmetiche, agro-alimentari, biotecnologiche e nei laboratori deputati al controllo degli alimenti e controllo qualità. I posti sono 40. E ancora il corso di laurea magistrale in Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari (Dipartimento di Agraria, Università di Sassari) con 15 posti per formare il “tecnologo alimentare”, capace di progettare e intervenire nei processi produttivi e di trasformazione dei prodotti alimentari.

Archeologia

Infine la Scuola di specializzazione in Beni archeologici-Nesiotika (Dipartimento di Storia, scienze dell’uomo e della formazione, Università degli studi di Sassari), con 39 iscritti totali, prepara specialisti nel settore della tutela, della gestione e fruizione del patrimonio culturale e archeologico delle isole del Mediterraneo e dell’Atlantico. Nell’Oristanese e in tutta l’Isola ce n’è grande bisogno.

Valeria Pinna

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