L'uscita dai playoff con un secco 3-0 dopo la sconfitta di ieri notte al PalaSerradimigni (69-75) abbassa magari il giudizio finale sulla stagione, che resta comunque positiva. In crescita rispetto a quella 2015/16.

Sono più i meriti di Trento, capace di vincere 15 gare su 18 dopo il giro di boa grazie a un'energia fisica pazzesca esaltata da una cattiveria agonistica che ha fatto la differenza nei quarti scudetto.

Il Banco di Sardegna ha provato a dare tutto dopo aver toppato la prima partita, ma tra acciacchi, botte prese in campo e qualche lacuna in attacco, non è riuscito a imprimere quelle accelerate nel secondo tempo che l'hanno contraddistinto nel periodo tra Natale e il mese di marzo.

"Ripartiamo dallo zoccolo duro, nessuna rivoluzione, altrimenti sprechiamo quanto fatto quest'anno" ha anticipato il coach/gm Federico Pasquini.

L'idea è quella di cambiare al massimo cinque giocatori, non otto come l'estate scorsa, che poi sono diventati undici con gli innesti. E avere una Dinamo che faccia della difesa organizzata ancora la sua identità, ma con più talento atletico e offensivo.

Restano alcune certezze: Sassari sarà per l'ottava volta in serie A (record del basket maschile sardo) e inizierà la stagione con la Supercoppa Italiana per poi dividersi tra campionato e una coppa europea.

Intanto sono pesanti gli effetti dei colpi ricevuti dai giocatori biancoblù in gara tre: Trevor Lacey dovrà stare fermo per 60 giorni a causa della frattura orbitaria sinistra, che potrebbe anche richiedere un'operazione: Jack Devecchi invece ha riportato la frattura del setto nasale. La prognosi per il capitano è di 30 giorni.
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