Mancano giusto poche settimane all’uscita di “Fallout”, la serie televisiva tratta dalla saga videoludica della Bethesda Softworks che promette di far rivivere sul piccolo schermo l’inconfondibile ambientazione post apocalittica del gioco originale con scenari e suggestioni tratte dalla cultura pop americana degli anni quaranta.

Anche dopo la pubblicazione dei primi trailer il progetto ha tenuto alte le aspettative fra il pubblico di appassionati come tra coloro rimasti a digiuno dell’opera originale, divenuta negli anni una acquisto obbligato per i giocatori hardcore di tutto il mondo. Pronta a debuttare sulla piattaforma streaming Prime Video il prossimo 11 aprile, a conferirle ulteriore prestigio è l’adattamento a cura di Jonathan Nolan, che ha preso parte al progetto anche in veste di produttore esecutivo e come regista dei primi tre episodi. Oltre ad aver firmato buona parte dei successi cinematografici diretti dal fratello Christopher Nolan, Jonathan è stato anche sceneggiatore, regista e produttore della pluripremiata serie tv HBO “Westworld”, dando prova di notevole dimestichezza nel realizzare trame ispirate ai grandi classici della fantascienza anche per il format dello show televisivo.

Seguendo da vicino gli elementi peculiari che abbiamo imparato a cogliere nel videogioco, parteciperemo alla storia di Lucy nella sua scoperta del mondo esterno dopo aver lasciato il rifugio antiatomico sotterrano denominato Vault. Ci troveremo così dinanzi a una realtà fuori da ogni immaginazione, ove la protagonista imparerà a destreggiarsi fra creature orripilanti e luoghi pieni di insidie in cui l’unica legge vigente è quella di rimanere in vita a qualunque costo. Con otto episodi che promettono un altissimo carico di mistero e avventura, il trailer ufficiale uscito a inizio marzo - pur rispecchiando con grande scrupolo la complessità dell’universo originale e il tono inconfondibilmente dark - non è riuscito tuttavia a spegnere i bollori fra alcuni irriducibili della fanbase, ancora tendenzialmente perplessi su quanto trapelato dalle prime anticipazioni.

Con un messaggio esplicito agli integralisti, stando a quanto riportato da T3, Nolan ha risposto dicendo: «Non penso che tu possa davvero decidere di accontentare i fan, o di accontentare chiunque altro tranne te stesso. Cercare deliberatamente di realizzare una serie TV di Fallout che soddisfi i fan dei videogame sarebbe folle». E chiarendo meglio l’approccio adottato per la realizzazione dello show, ha specificato: «Ho cercato di realizzare la serie che avevo in testa confidando che, come fan del gioco, avrei trovato le parti che erano essenziali per me. Fallout 3 ha divorato un anno della mia vita e ha quasi fatto deragliare la mia intera carriera. È una cosa così rara e incredibile... prendere qualcosa che ami e avere la possibilità di giocare in quell'universo per creare la tua versione».

Ma non abbiamo ancora avuto il piacere di goderci l’episodio pilota che già cominciano a circolare voci sui piani per un ipotetico seguito. Sull’argomento si è espresso il co-showrunner Graham Wagner, che ha segnalato l’interesse da parte di Amazon Prime Video nel voler rinnovare il franchise qualora il risconto della prima stagione dovesse rivelarsi positivo. È ugualmente noto, tuttavia, che malgrado lo staff si ritenga fiducioso per l’esito del progetto, nell’eventualità che esso prosegua anche dopo le prime otto puntate, non sono pochi gli esempi riscontrati in passato in cui molti show, anche elogiati dalla critica, sono stati cancellati per un riscontro non soddisfacente da parte degli spettatori.

Su questo ed altri aspetti, Wagner ha rilasciato alcune considerazioni in un’intervista concessa a Total Film: «È un periodo incerto per la televisione. Quindi la missione dei finali di stagione è diventata quella di fornire una chiusura sufficiente, ma lasciare la porta aperta per il seguito. Ma sentiamo di aver appena grattato la superficie dell'universo di Fallout. Abbiamo letteralmente documenti e documenti di materiale che siamo ansiosi di approfondire. Incrociamo le dita per avere l'opportunità di fare tutto questo».

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