I sardi nel mondo possono essere una risorsa per l’isola: lo affermano i protagonisti di Italea Sardegna, che ieri al Lazzaretto hanno parlato di “turismo delle radici”, ovvero quando il motivo del viaggio è la ricerca delle proprie origini familiari. Un tipo di turismo che può attrarre il viaggiatore in zone meno conosciute, creando quindi ricchezza per queste.

Che cos’è

«Celebriamo l’avvio ufficiale dei lavori di Italea Sardegna, gruppo creato per la promozione del turismo delle radici e di un'offerta mirata ai discendenti dei sardi nel mondo», ha spiegato Giovanni De Vita, consigliere del ministero degli Esteri e responsabile nazionale del progetto Italea. «Una realtà che lavora con i vari soggetti del territorio al fine di valorizzarlo, utilizzando gli strumenti che il ministero mette a disposizione attraverso il Pnrr: una piattaforma digitale e la Italea card, programma di scontistiche e di benefici per invitare i viaggiatori “delle radici” a venire in Sardegna. Un prodotto interessante», aggiunge, «che fa riscoprire le aree interne e insieme ad esse le tradizioni, la cultura, l'enogastronomia. Nel 2022 c'è stata una conferma dei dati del 2019: circa 10 milioni di persone da tutto il mondo vengono in Italia per andare a trovare parenti e amici, molti non sanno dove sono i loro territori di origine; con Italea Sardegna abbiamo creato uno speciale servizio per aiutare a ricostruire la propria storia genealogica e la zona di origine. C’è un indotto valutato in circa 10 miliardi di euro: lavoriamo con i territori», evidenzia, «e speriamo che questa esperienza possa portare una risposta alle esigenze di creazione di posti di lavoro».

Nuove opportunità

Fabrizio Frongia è componente di Cumbidu, associazione promotrice dell’iniziativa in Sardegna: «Il progetto nasce per dare l’opportunità agli emigrati di seconda e terza generazione di ritornare in Sardegna e godere delle esperienze che l’isola può offrire. È un fenomeno marcato e interessante anche dal punto di vista economico per il nostro territorio perché molti, una volta tornati qui, oltre al tour di un mese nell’isola, se la trovano, ricomprano l’abitazione del loro avo che aveva lasciato la Sardegna. Il progetto è articolato perché parla oltre che di recupero delle radici, anche della genealogia perché molti oriundi italiani non sanno neanche da quale regione sono partiti. Tra l’altro», evidenzia Frongia, «questo è l’anno delle radici del ministero degli Esteri e ha coinciso con il lancio del progetto. All’interno della rete partenariale operano 200 soggetti pubblici e privati, amministrazioni comunali e unioni dei Comuni e anche la Confesercenti». Marzia Cilloccu rappresenta l’assessorato regionale al Turismo: «Questo è un bellissimo progetto che porta prima di tutto i sardi e le sarde all'estero ad essere non solo dei testimonial per il turismo ma a creare del valore e promuovere la nostra identità e tradizioni. È necessaria una messa a sistema di tutto questo che dovrà avere una ricaduta economica in termini di lavoro per poter dare una formazione agli operatori e le operatrici e quindi una risposta in termini di riconoscimento turistico del brand Sardegna».

Marco Scano

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