È stata confermata in appello la pena di morte comminata contro un cittadino canadese, Robert Lloyd Schellenberg, condannato in Cina per traffico di droga, nel mezzo di una grave crisi diplomatica tra Pechino e Ottawa.

La giustizia cinese dovrebbe inoltre annunciare domani il suo verdetto contro un altro cittadino canadese, Michael Spavor, sospettato di spionaggio: il suo arresto, avvenuto poco dopo quello in Canada di un alto funzionario del colosso delle telecomunicazioni Huawei, aveva incrinato le relazioni bilaterali tra i due Paesi. 

Per Schellenberg è stata disposta la pena capitale nel gennaio del 2019.

Il tribunale lo ha accusato di aver contrabbandato, insieme ad altri imputati, più di 220 chilogrammi di metanfetamine.

Già condannato in passato in Canada per traffico di droga, Schellenberg si è dichiarato innocente e ha affermato di essersi recato in Cina per turismo.

Aveva presentato ricorso contro la condanna, ma l'Alta corte popolare della provincia nordorientale di Liaoning, dove era sotto processo, "ha deciso di respingere il ricorso e confermare il verdetto iniziale", si legge in un comunicato.

"È stata costituita una Corte plenaria" e "ha ritenuto che i fatti accertati in primo grado fossero chiari, le prove attendibili e sufficienti" e che la pena di morte fosse quindi "appropriata", si spiega ancora nel documento.

Il processo d'appello di Schellenberg è iniziato nel maggio del 2019. Ci sono quindi voluti più di due anni prima che la giustizia cinese emettesse il suo verdetto.

(Unioneonline/F)

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