Allarme rosso in Libia orientale dopo il passaggio dell’uragano Daniel che ha provocato una strage senza precedenti tra inondazioni, danni ai centri abitati e alle proprietà. La città più colpita è Derna, devastata dalle piogge torrenziali. Nel capoluogo dell’omonimo distretto si contano almeno 2mila morti e migliaia di dispersi. Dopo il terremoto in Marocco si apre dunque un nuovo fronte emergenziale, con la comunità internazionale in allerta.  A complicare la situazione a Derna è stato il crollo simultaneo di due dighe che ha liberato oltre 33 milioni di metri cubi d'acqua che hanno generato devastanti inondazioni.

A Tripoli il primo ministro del Governo di unità nazionale, Abdul Hamid Dbeibah, ha decretato tre giorni di lutto, mentre da parte sua il premier Hammad ha annunciato due giorni festivi per tutti i settori dell'est del paese, ad eccezione dei servizi di sicurezza, sanitaria e di emergenza. Le aree colpite dall’uragano ospitano i principali giacimenti petroliferi del Paese: la National Petroleum Company (Noc) ha annunciato lo stato di massima allerta e la sospensione dei voli tra i siti di produzione dove l'attività è stata drasticamente ridotta.

Per gli esperti si tratta di un fenomeno «estremo, vista la quantità d’acqua caduta». La stessa tempesta nei giorni scorsi ha interessato anche Grecia, Turchia e Bulgaria, provocando almeno 27 vittime. Ma il triste bilancio è ancora in aggiornamento. Le precipitazioni sono state stimate tra i 50 e i 250 mm, con fulmini e tuoni. Secondo il Centro nazionale di meteorologia libico, la tempesta dovrebbe spostarsi sempre più a est e raggiungere le regioni al confine con l'Egitto.

(Unioneonline/v.f.)

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