Carola Rackete si candida alle prossime elezioni europee.

L’ex capitana della nave della ong Sea Watch che nel 2019 forzò il blocco navale imposto dall’allora ministro dell’interno Matteo Salvini per condurre a Lampedusa un gruppo di migranti soccorsi in mare sarà in lista con Linke, il partito della sinistra tedesco.

La sua intenzione di scendere in politica era già trapelata la scorsa estate, innescando polemiche. 

«Non lasceremo l'Europa ai fascisti e non permetteremo loro di distruggere le istituzioni democratiche», scrive su X la stessa Rackete – che per aver forzato il blocco venne arrestata, salvo essere poi prosciolta da ogni accusa - postando una sua intervista al giornale inglese The Guardian.

Sul suo passato, incluso il conflitto con Salvini, Rackete dice di non riconoscersi completamente con la sua immagine pubblica, ma che pensa che quanto avvenuto «dimostri che come esseri umani desideriamo davvero storie di speranza, come quella di una piccola Ong che si oppone a un grande governo bullo».

L'esperienza con Sea Watch, dice ancora l'attivista, le ha insegnato «quanto può raggiungere un'organizzazione della società civile».

La candidatura con Linke arriva dopo i dissidi che hanno spaccato il partito, con l’addio al gruppo di Sahra Wagenknecht, che ha fondato una nuova forza, il Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW). Una situazione che per l'attivista tedesca è «un'opportunità per un nuovo corso».

Nell’intervista Rackete cita come sue “fonti di ispirazione” i laburisti inglesi e il presidente brasiliano Lula.

(Unioneonline/l.f.)

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