"E' stata una fatalità, una disgrazia, la madre dei gemellini non c'entra nulla, non coviamo un senso di vendetta nei confronti di quella donna". 

Distrutto dal dolore trova il coraggio di parlare Patrizio D'Agostino, il papà di Tommaso, il bambino di 4 anni morto nell'asilo di Pile, frazione de L’Aquila, dopo essere stato travolto da un’auto senza freni. D’Agostino, che il 3 luglio avrebbe dovuto sposarsi con la mamma di Tommaso, abita a pochi metri dall'asilo Primo Maggio. Quando è corso a soccorrere il figlio assieme ai sanitari "speravo si riprendesse ma avevo la convinzione che fosse già morto". 

Tommaso è stato investito da una Passat con a bordo un bambino di 12 anni, parcheggiata a pochi metri dalla scuola da una mamma di 38 anni di origini bulgare scesa per riprendere i due gemellini, partita in discesa per cause in corso di accertamento. La macchina ha rotto la recinzione e investito i bambini che giocavano in giardino. Altri cinque sono rimasti feriti: ricoverati a Roma e L'Aquila, non sono in pericolo di vita.

LE INDAGINI – Nelle prossime ore sarà eseguita l'autopsia sul corpo del piccolo, all'ospedale San Salvatore de L’Aquila. Ad effettuare l'esame, alla presenza dei legali delle famiglie coinvolte e dei rappresentanti delle varie istituzioni, l'anatomo patologo Giuseppe Calvisi.

Le indagini intanto, condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura della Repubblica dell'Aquila, proseguono. Si è in attesa della fissazione dell'interrogatorio della donna indagata per omicidio stradale. "Mi sono vista passare la macchina davanti, ho provato a fermarla anche con le mani ma non ci sono riuscita. E l'auto ha colpito i bambini rompendo la recinzione".

"Mio figlio - dice la donna all'Ansa - durante la corsa ha cercato di uscire dalla macchina sbattendo la testa dentro l'abitacolo. Io e tutta la mia famiglia non riusciamo a darci pace, questa tragedia ci segnerà per la vita. Siamo sconvolti, addolorati". Quanto ai minuti prima dell’incidente fa uno sforzo di memoria: "Ho parcheggiato la macchina in pianura, ho inserito la marcia, non mi ricordo di aver inserito il freno a mano".

Il freno a mano nella Passat del 2010 è elettronico e sarà al centro della perizia affidata dalla Procura della Repubblica: bisognerà chiarire se l'auto si è mossa imboccando la discesa per la negligenza della donna o per un guasto. Oppure, cosa che renderebbe la storia ancora più tragica, per l'intervento del 12enne rimasto a bordo.

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata