"Io ho sempre creduto che mia sorella fosse stata portata in un convento o in un luogo segreto. Ecco perché mi appello a Papa Francesco affinché utilizzi questo documento per fare luce e per dirci la verità. Lui ha sempre affermato: costruiamo ponti, non alziamo muri".

Queste le parole di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la 15enne scomparsa il 22 giugno 1983 a Città del Vaticano in circostanze misteriose, all'indomani della scoperta da parte del giornalista Emiliano Fittipaldi di un presunto dossier della Santa Sede che riguarderebbe le spese - per un totale di 483 milioni di lire - effettuate dal Vaticano per la ragazza dal 1983 al 1997.

Un dossier la cui autenticità è stata subito smentita dal direttore della Sala stampa, Greg Burke, che lo ha definito "falso e ridicolo".

"IN VATICANO MOLTI CONOSCONO IL SEGRETO DI EMANUELA" - Pietro Orlandi è tornato a chiedere aiuto al Pontefice: "Vorrei ricordare che Emanuela è cittadina vaticana, per la Santa Sede dovrebbe essere una priorità scoprire che cosa è davvero accaduto. Sono convinto che se Papa Francesco liberasse tutti dal segreto, finalmente noi sapremmo che cosa hanno fatto a mia sorella. In Vaticano ci sono moltissime persone che lo sanno ma non possono rivelarlo".

Ha poi parlato dell'ipotesi che Emanuela sia stata segregata per 14 anni, come sembra trasparire dalle pagine della nota, che si chiude con la registrazione del pagamento di 21 milioni di lire per "attività generale e trasferimento presso città del Vaticano con relativo disbrigo pratiche finali".

"Sicuramente è accaduto qualcosa di inconfessabile, altrimenti non ci sarebbe stata tutta questa determinazione a negare di aver mai avuto notizie. Inizialmente Giovanni Paolo II rivolse appelli pubblici perché mia sorella fosse restituita alla sua famiglia. Poi non è accaduto più nulla, anzi siamo stati osteggiati. Abbiamo sempre avuto la percezione di rappresentare un problema per i prelati mentre avrebbero dovuto fornirci il loro appoggio", ha dichiarato il fratello della giovane scomparsa.

Orlandi, che crede all'autenticità del documento, si dice fiducioso perché "è la prima volta che un documento esce da quelle mura. È una novità clamorosa".

LA SANTA SEDE: "FALSE PUBBLICAZIONI" - Dopo le prime dichiarazioni del direttore della Sala stampa Burke, la Segreteria di Stato vaticana è tornata a parlare del dossier nelle mani di Fittipaldi: "Rattrista che con queste false pubblicazioni, che tra l'altro ledono l'onore della Santa Sede, si riacutizzi il dolore immenso della famiglia Orlandi, alla quale ribadiamo la nostra partecipe solidarietà".

Nel comunicato, la Segreteria "smentisce con fermezza l'autenticità del documento e dichiara del tutto false e prive di fondamento le notizie in esso contenute''.

Identica la tesi il cardinale camerlengo Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, che ha affermato: "È tutta una montatura".

(Redazione Online/F)

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