La Cassazione ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle entrate contro Fabrizio Corona - da poco uscito dal carcere milanese di San Vittore e al momento in affidamento terapeutico presso una comunità di recupero - giudicato colpevole di evasione delle imposte dirette e dell'Iva.

I fatti si riferiscono ai conti della società fotografica "Coronàs" dell'ex re dei paparazzi negli anni 2004-2005.

La Corte ha dato ragione al fisco italiano, di fatto ribaltando la sentenza della Commissione tributaria di Milano, che aveva annullato gli avvisi di accertamento per evasione dal momento che non erano stati notificati a Corona, ma solo al curatore fallimentare dell'impresa, che non aveva fatto opposizione alle cartelle.

Secondo la decisione dei giudici, l'ex fotografo non aveva "legittimazione" in quanto ex legale rappresentante dell'azienda a fare ricorso contro gli avvisi di accertamento, poiché il curatore aveva esplicitamente espresso posizione negativa sull'utilità per i creditori di avviare una "lite fiscale".

Corona è stato condannato al pagamento di 13mila euro per le spese del giudizio di Cassazione.

La Cassazione ha inoltre affermano la piena validità delle cartelle, che dovranno essere pagate. Non è nota la loro entità.

(Unioneonline/F)

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