Inghiottiti da quelle acque che conoscevano come le loro tasche. O forse meglio.

Sono morti così Stefano Bianchelli, 56 anni originario di Todi in Umbria e residente a Villasimius, e Mario Perniciano, 60 anni di Cagliari.

Andavano piazzate delle boe di segnalazione vicino al relitto della San Marco, la nave varata nel 1919 e affondata nel 1941 mentre navigava da Civitavecchia a Cagliari. Bisognava immergersi a 107 metri di profondità, e chi chiamare se non Stefano Bianchelli?

Per lui quell’attività era un lavoro. Da quasi trent’anni era proprietario di uno dei primi diving di Villasimius che, oltre a vari corsi d’immersione, propone diverse escursioni, tra cui quella al relitto della San Marco. E Perniciano era l’amico che lo aveva accompagnato in tantissime altre immersioni, domenica era con lui per aiutarlo a piazzare le boe di segnalazione, che andavano assicurate con delle cime al fondale.

«Questa vicenda ha colto tutti di sorpresa vista l'esperienza di Bianchelli che conosco personalmente e che è stato uno dei primi a creare un diving qui a Villasimius» aveva affermato prima del ritrovamento corpi il sindaco Gianluca Dessì, dicendosi «affranto e dispiaciuto» per quanto accaduto. 

Sui profili Facebook delle vittime si trovano numerose foto delle loro escursioni subacquee. 

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata