Manca da un anno da Londra, "e vedo che il Regno Unito è in realtà poco unito, piuttosto è diviso in due, con chi è più nazionalista, e sta con Theresa May, e chi è più aperto al resto d'Europa, e ha votato per Jeremy Corbyn".

L'analisi è di Matteo Concas, manager di Quartu Sant'Elena alla divisione Italia di N26, con alle spalle 7 anni nella capitale inglese e ora sempre in viaggio tra Italia e Germania, che vede, nel giorno in cui sono stati ufficializzati i risultati delle elezioni nel Regno Unito, "una sconfitta per la May, visto che ha perso la maggioranza che aveva prima e adesso si deve alleare col partito dell'Irlanda del Nord".

I voti si sono un po' divisi: "Le città industrializzate ed economicamente attive hanno optato per Corbyn, e non solo Londra ma anche Birmingham, Manchester, Liverpool, mentre le zone che lo sono meno hanno dato supporto alla May".

Per quanto riguarda l'impatto delle urne sulla Brexit, "la premier ha meno potere di prima e le negoziazioni con l'Unione europea saranno potenzialmente influenzate anche nei tempi da questa sconfitta".

Matteo Concas
Matteo Concas
Matteo Concas

Altro aspetto da considerare sono le reazioni dei cittadini, inglesi e non: "Stasera si va a festeggiare", racconta Andrea Piludu, 28enne di Quartu che nella capitale inglese è direttore artistico in un’agenzia di pubblicità, "sono tutti felici per la batosta presa da Theresa May alle elezioni".

"Non piace a nessuno - aggiunge - e in campagna elettorale ha fatto tantissimi errori, per fare un esempio: aveva annunciato che avrebbe vinto con 20 punti di vantaggio e invece ora si trova un risultato risicato", e ancora: "Per non parlare dei dibattiti con Jeremy Corbin: lui dimostrava di avere competenze e conoscenze in tutti gli ambiti, lei il nulla".

I londinesi, quindi, sono soddisfatti, dice Andrea: "Queste elezioni sono state molto più seguite rispetto alle altre, forse perché sono quelle del post Brexit"; ora si aprono però le incognite sul futuro: "May potrebbe allearsi con gli Unionisti dell’Irlanda del Nord, ma spero di no, sono omofobi, arretrati, sarebbe proprio una mossa azzardata. Purtroppo credo che in questo momento sia l’unica opzione sul tavolo".

Andrea Piludu
Andrea Piludu
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