"Al Paese servono certezze e noi possiamo garantire stabilità".

Sono le parole di Theresa May dopo il colloquio con la regina Elisabetta, in cui la sovrana - come da protocollo - le ha ufficialmente affidato l'incarico di formare il nuovo governo.

"Rispetterò la promessa della Brexit - ha detto la premier al termine dell'incontro - ma ora dobbiamo metterci subito al lavoro".

Non ha parlato di coalizione dunque, ma i numeri delle elezioni non le permettono di guidare da sola. Alle urne ha vinto infatti il partito conservatore, ma il sogno della maggioranza assoluta alla Camera dei Comuni ormai si è dissolto.

I Tory hanno perso la scommessa, non solo non riuscendo a eguagliare i risultati delle scorse elezioni (331 seggi) ma perdendo ulteriormente terreno e fermandosi a 318, restando quindi lontani dai 326 necessari per avere la maggioranza assoluta (650 i seggi al Parlamento inglese).

"Puntavo a una maggioranza più ampia, ma non l'ho ottenuta", ha ammesso in serata la premier, che ha confermato nella sua squadra il ministro degli Esteri Boris Johnson, dell'Interno Amber Rudd, della Brexit David Davis, della Difesa Michael Fallon, e il cancelliere Philip Hammond.

Ora sarà costretta a tentare di stringere un'alleanza con un altro partito, e i primi rumors parlano di quello unionista dell'Irlanda del Nord che, con 10 seggi, ha già fatto sapere di essere disponibile a un governo di coalizione e quindi ha aperto al dialogo.

Gli avversari dei Labour guidati da Jeremy Corbyn hanno raggiunto invece quota 261 seggi: 29 in più.

Quanto alle altre forze: 35 seggi per l'Snp, 12 per i LibDem.

Zero seggi (ne avevano uno) per i populisti dell'Ukip, che perdono così la rappresentanza in Parlamento.

In seguito alla debacle, il leader Paul Nuttall, succeduto a Nigel Farage, ha rassegnato le proprie dimissioni.

(Redazione Online/s.s.)

VIDEO - IL DISCORSO DI MAY DOPO IL VOTO:

CORBYN: "MAY SI DIMETTA":

UE: "BREXIT NON IN DISCUSSIONE":

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