«È vero, siamo pochi. Ma chi è assente ha sempre torto». Carla Cossu, presidente provinciale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, parla davanti a poche decine di persone in piazza Cattedrale, a Oristano.

La manifestazione per la pace non ha avuto il seguito sperato: in piazza, tra bandiere arcobaleno e striscioni, qualche politico, alcuni dirigenti sindacali e i rappresentanti delle associazioni cittadine. Assenti i giovani. Al grido “Ora basta, cessate il fuoco!”, il corteo ha attraversato le strade cittadine per condannare la guerra in Medio Oriente.

«La nostra responsabilità è sensibilizzare le persone che incontreremo oggi, domani e in futuro sul nostro cammino», ha detto don Ettore Cannavera nel suo intervento. Aggiungendo: «Durante la nostra marcia ho percepito l’insensibilità delle persone sedute al bar, di chi ci guardava con disprezzo, addirittura con sospetto. Perchè davanti al disastro che stiamo vivendo siamo così insensibili?».

Per il fondatore della comunità La Collina, nata come alternativa al carcere per i giovani, serve una «rivoluzione culturale» nelle scuole, fin dall’asilo.

Tra le testimonianze, anche quella di Rita Pirastu, infermiera che da anni porta la sua solidarietà ai palestinesi. «Gaza non è un covo di terroristi - ha affermato - c’è una comunità cristiana e una comunità colta, con bimbi che vanno a scuola, li stanno distruggendo. È inumano il silenzio delle persone, vi prego non dimenticate Gaza». 

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