Era una chiamata come le altre, tra una cliente e il direttore del Credito di Arborea, a Santa Giusta. Poi il tono della voce del bancario è improvvisamente cambiato: «C’è una rapina, c’è una rapina». Aveva appena visto i due uomini entrare nella filiale, armati e col volto travisati. Dall’altra parte del telefono, la donna non ha perso tempo, allertando immediatamente le forze dell’ordine.

È successo lo scorso 2 febbraio. Una prontezza che ha consentito alla centrale operativa del Comando provinciale dei carabinieri di Oristano di attivarsi subito, bloccando tutte le vie di uscita da Santa Giusta con le autopattuglie. Non l’unico aiuto che i militari hanno ricevuto dai cittadini, come illustrato dal Tenente colonnello Paolo Montorsi, comandante della compagnia di Oristano. Perché in banca, quel giorno e a quell’ora, c’era anche un carabiniere in pensione: è stato lui a fermare il secondo rapinatore, Antonio Marras (65enne di Serrenti), dopo che il primo era già riuscito a fuggire dalla banca. Lo ha steso, togliendogli quella che poi si è rivelata essere una pistola giocattolo: nel frattempo, grazie alla chiamata della cliente, è arrivato il comandante della stazione di Santa Giusta (distante appena 50 metri dalla filiale), che lo ha aiutato a immobilizzare il malvivente. 

Rimaneva da trovare l’altro bandito, e i dettagli dell’operazione sono stati illustrati dal tenente colonnello Mariano Lai, comandante del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Oristano, che ha ricostruito i tre giorni (e poco più) di fuga. In particolare il rapinatore, al momento del fatto, si trovava in affidamento in prova ai servizi sociali in una comunità di Villamassargia: Marco Orrù, 48 anni, era stato condannato per l’omicidio di un gioielliere commesso a Brescia (dove la famiglia era emigrata), nel corso di una rapina, nel 1999. I militari inizialmente lo hanno cercato lì: erano risaliti alla sua identità, grazie ai documenti e ai vestiti trovati nell’auto del complice. Quando si è reso palese che l’uomo non sarebbe tornato nella comunità, c’è stata la virata nelle ricerche, con l’analisi delle immagini delle videosorveglianze tra Santa Giusta, Serramanna (suo paese d’origine) e proprio Villamassargia. 

È stata Serramanna a offrire la svolta, col blitz dei carabinieri all’interno di una casa di proprietà della famiglia, seppur disabitata: letti disfatti, cibo consumato. Il rapinatore era appena andato via. Il focus si è spostato su Brescia, coi militari che hanno individuato la città lombarda come possibile meta dell’uomo, attenzionando porti e aeroporti. E proprio al porto di Cagliari son scattate le manette: il bandito stava provando a prendere il traghetto per Civitavecchia. I carabinieri lo hanno atteso a bordo, dopo aver indossato le pettorine del personale Grimaldi: «Non me l’aspettavo», ha detto il rapinatore al momento dell’arresto. 

(Unioneonline/L.Ne.)

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