Oltre mille chili di canapa sequestrati dai carabinieri del comando provinciale di Oristano durante il blitz dei giorni scorsi a Baratili San Pietro. Un’operazione che ha dato un duro colpo alla produzione e a un giro di spaccio e che ha portato all’arresto di sei giovani. Nella tarda mattinata di oggi Diego Mirai, 25enne di Cabras, proprietario del capannone in cui erano custodite le infiorescenze della cannabis (assistito dall’avvocata Francesca Pisano), e i cinque ragazzi originari del Marocco e della Nigeria sono comparsi davanti al gip Salvatore Carboni per l’udienza di convalida.

Mirai da subito aveva sostenuto che la piantagione era legale (il principio attivo sarebbe quindi inferiore allo 0,2) ma l’arresto è scattato perché era iniziata la fase della sbocciolatura, ovvero la separazione dei fiori dalle piantine (una pratica vietata al coltivatore). I cittadini stranieri che da tempo risiedono a Nuoro Osagie, Jahyi, Ogbebor (tutti 38enni), Dianka (39) e Amyn (25) hanno dichiarato che quello era il loro primo giorno di lavoro: erano arrivati a Baratili su indicazione di un conoscente perché nell’azienda avevano necessità di manodopera. Poi si sarebbero trovati nel bel mezzo dell’operazione dei carabinieri culminata con i sei arresti e il sequestro della piantagione e dell’ingente quantità di droga.

I militari hanno prelevato anche dei campioni da inviare al Ris per verificare il principio attivo. Nel frattempo il gip Salvatore Carboni ha confermato la misura della custodia in carcere ritenendo che ci possa essere il pericolo di inquinamento delle prove. Le difese ora valuteranno di presentare ricorso al Tribunale del riesame per una revoca o attenuazione della misura.

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