Per metterla sotto assedio hanno scelto la vigilia de «Sa Die de sa Sardigna». Oggi, invece, quando l’Isola celebra la cacciata dei piemontesi, contro soprusi e abusi, gli eserciti di mezz’Europa, Italia per prima, iniziano a bombardarla. Da terra, da mare e dall’aria. Un vero e proprio assedio, iniziato ieri mattina poco dopo le otto quando il portellone della nave «New Amsterdam» ha toccato terra sulla sponda est del desertico Porto Canale di Cagliari, trasformato per l’occasione in una base militare provvisoria, anche se non autorizzata, come, invece, prevede la legge sulle servitù militari. I fenicotteri rosa hanno appena iniziato a dispiegare il volo elegante per l’attraversata da Molentargius a Santa Gilla quando i primi mezzi da guerra hanno cominciato a lasciare gli infiniti garage della nave.

Carico di fuoco

Un fiume in piena, una miriade di mezzi, tutte targhe militari straniere, come se l’invasione avesse una multiforme composizione di stendardi. Un vero e proprio sbarco concentrico con due navi, prima la «Ark Germania» e poi la «New Amsterdam», cariche di armi e munizioni che, in meno di quarantottore, si sono riversate nei porti dell’Isola. Una potenza di fuoco inaudita, dai micidiali carri armati tedeschi, i Leopard, ai più modesti obici italiani. Una sfida cruenta a chi spara più lontano e con maggior violenza, sempre, però, sulle terre di Sardegna. Sarà una “competizione” tra otto Stati europei chiamati a raccolta sotto l’ombrello della Nato per difendere un ipotetico Stato aggredito. In realtà, quella che i documenti ufficiali e quelli di propaganda Nato definiscono un’esercitazione, è una vera e propria guerra, tutta giocata contro le meravigliose coste dell’Isola, da Capo Teulada a Quirra, passando per il poligono aeronautico di Capo Frasca. Tutti i cablogrammi di palazzo, in questi giorni, hanno sempre parlato di otto nazioni, due notti fa, però, i cieli della Sardegna hanno registrato un codice diverso rispetto a quelli degli aerei previsti. Non si trattava né di un codice Nato, né di uno appartenente alle otto nazioni indicate nei dispacci ufficiali. Quando all’imbrunire di due sere fa il cielo di San Sperate ha cominciato a lampeggiare, i catarifrangenti dell’aeroporto militare di Decimomannu hanno segnalato che qualcosa stava per accadere. All’orizzonte, con un’apertura alare imponente, si intravede l’RCH740, un gigante dei cieli, che non ti aspetti: United States US – Air Force, in volo dal nord Europa sino al sud Sardegna. Alle 20:10 l’aereo militare degli Stati Uniti d’America, indicato dalle carte come veicolo di comando, atterra nella pista stampata di nero tra le carciofaie e gli agrumeti della zona. È il segno evidente che l’esercitazione Nobel Jump 2023 ha assunto i connotati che travalicano l’Europa, coinvolgendo direttamente gli USA. Una presenza che la dice tutta sul fatto che la Sardegna sia stata, non casualmente e non per turnazione, scelta come bersaglio per un’esercitazione che aggredirà ancora una volta un’area sensibile già sottoposta ad un’inchiesta penale per disastro ambientale. Dalla prefettura sino ai comunicati ufficiali dell’operazione si sono sperticati per descrivere imponenti benefici economici per la Sardegna. Bisognerebbe chiederlo alle migliaia di automobilisti rimasti bloccati in tutte le arterie di accesso da Cagliari verso il Sulcis. Una Sardegna militarizzata senza precedenti con carovane di ogni genere di mezzi militari capaci di scaraventare l’isola in un drammatico scenario di guerra, seppur simulata. Il Porto Canale di Cagliari, trasformato per tre mesi in una base militare provvisoria ma non autorizzata dal comitato misto paritetico, è stato scenario di un vero e proprio sbarco militare senza precedenti. È difficile immaginare, da qualsiasi punto si guardi, un benché minimo vantaggio per l’Isola visto che per questa prima fase di 20 giorni di bombardamenti a fuoco non ci sarà alcuna concreta ricaduta. Settecento mezzi militari e tremila uomini pronti ad occupare i 7200 ettari del poligono militare del sud Sardegna. Un’area riconosciuta come devastata, persino con carico radioattivo rilevato in diverse aree del poligono, così come riconosciuto dai tecnici della Procura della Repubblica di Cagliari. Elementi messi nero su bianco sugli atti processuali che hanno messo sotto accusa i vertici militari per la distruzione di quelle aree protette da protocolli ambientali europei.

Blitz di Stato

Intanto, ieri sera, da Ciampino è decollato un volo di Stato segretissimo, con un Falcon 900Ex, Air force Italia, non schedulato nell’aeroporto di arrivo di Cagliari-Elmas. Sulla pista cagliaritana, ad attenderlo due elicotteri da guerra. In tutti i modi, e impropriamente, si cerca di coprire le identità dei passeggeri a bordo. Il trapasso, dall’aereo agli elicotteri, però, segnala l’arrivo del Ministro della Difesa Guido Crosetto, con dodici persone al seguito. Missione notturna a Teulada. La guerra contro le coste della Sardegna può iniziare.

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