Più di 170 pazienti del Brotzu in dieci anni hanno scelto l'ipnosi, 38 solo nei primi mesi di quest'anno: una pratica che non sostituisce la terapia farmacologica, ma aiuta chi affronta un intervento. Venti di coloro che vi hanno fatto ricorso  dovevano essere sottoposti a risonanza magnetica, oltre cinquanta seguivano diverse procedure endoscopiche (gastroscopie, colonscopie) e un centinaio doveva completare biopsie eco guidate (renali, epatiche, pancreatiche).

Una testimonianza diretta arriva da Maria Rotella, 53 anni, calabrese trasferita in Sardegna. Dopo un bypass gastrico, impiantato dal team di Chirurgia Bariatrica del Brotzu, diretto da Giovanni Fantola,   ha deciso di raccontare la sua esperienza alla redazione dell'Unione Sarda. «Ho fatto una seduta con il dottor Danilo Sirigu prima dell'intervento», racconta la donna, che nella vita fa l’infermiera, «la sua voce e la musica in sottofondo mi hanno rilassata e fatta sentire bene». 

Una tecnica, quella dell’ipnosi, considerata da molti ancora fantascienza, un tabù.

Partiti col controllo delle condizioni di stress associate alle patologie dell’apparato digerente, fanno sapere dal Brotzu, si è arrivati alla pubblicazione, nel 2022, dell'unico articolo scientifico che dimostra l'efficacia dell'ipnosi in associazione all'anestesia generale su un trapianto di fegato.

Agnese Foddis, direttrice generale del Brotzu, sostiene: «La tecnica consente al paziente di raggiungere uno stato di coscienza particolare, pur mantenendo il contatto con l’ambiente circostante».  Compito dello specialista è preparare il paziente a tutte le fasi del processo chirurgico, prima durante e dopo l’operazione». 

L'uso delle parole non sostituisce la sedazione ma aiuta a rilassarsi e velocizzare i tempi di recupero. 

Lorenzo Musu

© Riproduzione riservata