Grazie alla denuncia di un gallerista cagliaritano i carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Monza sono riusciti a recuperare due capolavori di Rubens e Renoir ("La sacra famiglia" e "Le fanciulle sul prato") rubati grazie a un astuto stratagemma.

Tutto comincia il 20 aprile 2017, quando il gallerista sardo racconta ai militari quanto accaduto durante le trattative per la compravendita dei due dipinti, uno di sua proprietà e l'altro di una collega piemontese, con un potenziale acquirente, presentatosi come un alto rappresentante della comunità ebraica milanese, nonché diplomatico con passaporto israeliano.

L'uomo, per perfezionare l'acquisto, dà appuntamento ai proprietari in un appartamento di Monza, all'interno di uno stabile sede del Consolato onorario d'Albania.

Una scelta non casuale, in quanto finalizzata a dare credibilità alle credenziali del compratore.

In quella casa viene pattuita la cifra d'acquisto: 26 milioni di euro.

Durante le formalità, però, i dipinti vengono caricati su un furgone e il sedicente diplomatico si dilegua. A quel punto il raggiro è palese.

"Le fanciulle sul prato" di Renoir
"Le fanciulle sul prato" di Renoir
"Le fanciulle sul prato" di Renoir

Come detto, il gallerista sardo e la collega si rivolgono alle forze dell'ordine e scattano le indagini, fornendo preziose testimonianze.

E così, dopo mesi di accertamenti e ricerche, gli uomini dell'Arma riescono a rintracciare i responsabili.

Il finto compratore, innanzitutto: un 44enne croato residente a Trezzano sul Naviglio (Milano).

Poi i complici che avevano messo a disposizione l'appartamento per il rendez-vouz durante il quale mettere in scena la truffa e il furto: due fratelli monzesi di 52 e 59 anni. E altre due persone, padre e figlio di 62 e 33 anni, residenti in Brianza e nel Pavese, che hanno invece fornito supporto logistico e le schede telefoniche per contattare il cagliaritano e la collega raggirati.

I primi tre sono stati arrestati, gli altri due sono finiti ai domiciliari.

Altre due persone coinvolte sono state invece denunciate.

I capolavori verranno ora restituiti ai legittimi proprietari.

(Unioneonline/l.f.)
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