«Cara Unione,

scrivo per segnalare le difficoltà nel trovare lavoro di chi è affetto da una patologia mentale.

Chi è curato nei centri di salute mentale pubblici non avrà, ad esempio, mai accesso alle mansioni e alle occupazioni lavorative del settore pubblico. E non parliamo delle difficoltà nel trovare un’occupazione anche nel settore privato, a causa di stereotipi e pregiudizi.

Tutto questo ha come conseguenza l'assistenzialismo e l'esclusione da una vita piena del paziente, che resterà per sempre paziente e non avrà mai un'identità lavorativa.

Ricordiamo che chiunque sia affetto da patologie mentali ha comunque un enorme potenziale e tanta creatività, quindi, se stabile, perché deve essere escluso dal mondo del lavoro?

Grazie dell'attenzione».

Lettera firmata (*)

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