«Cara Unione,
sono mesi ormai che il rientro da Macomer con l’ultimo treno è stato posticipato alle ore 21.05.
Purtroppo dal momento in cui il treno è in stazione (ore 20:22) sino al momento della sua partenza, il capotreno di turno blinda le entrate per ragioni di sicurezza. Ci sono delle regole, è vero, ma non ci si preoccupa minimamente dei passeggeri costretti a stazionare sul marciapiede all’addiaccio, in quanto le stazioni sono in ristrutturazione e dunque non esistono sale d’attesa in cui ripararsi. Per giorni ho chiesto ai dipendenti delle ferrovie un po’ di buon senso, ma solo pochi comprendono davvero il disagio. I più ligi al regolamento, con arroganza, dicono che lo stato delle stazioni non è un loro problema. Insomma, non c’è che da riderci sopra, perché ancora una volta possiamo solo dire: questa è l’Italia! Anzi: questo è lo stato in cui versano le ferrovie sarde.
Sono giù dal treno e aspetto che aprano. Le mani intirizzite scrivono o comunque si sforzano di farlo. Il vento è gelido, si percepiscono forse non più di tre gradi. Spero in una mente illuminata che si pronunci, ma ormai tutti i giorni è un la delusione continua. E le menti scarseggiano».
Maurizio Ricci – Macomer

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