"Cara Unionedelcuore,

ho pudore a raccontare la mia storia di uomo tradito, ma credo che come me ce ne siano tanti e se l'unione fa la forza il mio sfogo può essere utile a tutti.

Qualche mese fa, in piena estate, durante il mio turno di lavoro notturno che è dalle 10 di sera alle 6 del mattino, mi sono sentito male e sono rientrato a casa in anticipo rispetto al solito.

Notte fonda, parcheggio l'auto sotto casa e vedo la luce accesa dalla finestra della camera da letto. Penso a mia moglie: non l'ho avvisata per non svegliarla e invece vuoi vedere che sta male anche lei?

Apro il portone, aspetto l'ascensore che scende dal mio piano e mi trovo faccia a faccia con un giovane, una ventina d'anni meno di me (ne ho 52), un po' spettinato, camicia mezzo aperta sul petto muscoloso, ciabatte ai piedi. Non ci faccio molto caso. Salgo ed entro in casa senza suonare - per non svegliare i miei figli - e vado dritto in camera da letto. Letto sfatto, luce accesa, mia moglie è sotto la doccia. Strano orario per fare una doccia, considerato che avrebbe benissimo potuto farla molto prima delle tre del mattino.

Chiudo gli occhi e rivedo il giovane incontrato sul pianerottolo, mi sembra di averlo già visto da qualche parte ma non so focalizzare il dove e il quando. Mi sdraio e aspetto mia moglie; non so più se i crampi allo stomaco sono quell'indigestione o la tensione che comincia a salire in un turbinio di domande.

Pochi minuti e mia moglie entra in accapatoio, lancia un urlo vedendomi a letto e resta senza parole. Anzi farfuglia, io sto zitto e lei insiste per capire cosa ho ma dalla sua agitazione e confusione capisco che la sua non era una doccia per combattere la calura agostana ma per sciacquarsi di dosso il baldo giovane dell'ascensore.

Non c'è stato bisogno di troppe parole, il mio malessere è stato così forte e il suo imbarazzo così palpabile che non ho dovuto fare molte domande.

Ancora sto vivendo un'amarezza indescrivibile, mentre preparo il mio trasloco definitivo dopo essermi trasferito dai miei genitori in attesa di trovare la soluzione migliore e soprattutto salvare le apparenze nei confronti dei miei figli. Ai quali non posso dire che la loro madre è una poco seria. Ho ingoiato il rospo ma non ho avuto il minimo dubbio a volerla lasciare.

Perché alla fine mi è tornato in mente dove avevo già visto quel giovanotto: è l'istruttore di tennis di uno dei miei ragazzi. Da ben 4 anni. Il dubbio amletico è stato: era o non era la prima volta?"

P.V.

(Cagliari)

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