La Calmedia rischia di sparire. La storica società calcistica bosana, fondata da Don Paolino Fancello nel 1970, è nel bel mezzo della bufera.

La squadra, che milita in Seconda categoria, divenuto l'ultimo campionato federale, stava andando anche bene, ma, dopo tensioni inspiegabili - in quanto non ancora spiegate - ha praticamente dichiarato il "rompete le righe".

Con sorpresa di tifosi, amatori, sostenitori, giocatori giovanissimi la cui delusione è palpabile negli occhi, la scorsa settimana la dirigenza ha firmato gli svincoli per i giocatori della prima squadra. Diversi di loro si sono precipitati a firmare con altre società e qualcuno ha perfino esordito con i nuovi colori nella recente giornata di campionato.

La Calmedia non si è presenta in campo e non si sa se lo farà la prossima giornata. Il futuro è un grande punto interrogativo.

"Adesso sarà convocata l’assemblea dei soci per rivedere decisioni che sono state prese forse in modo affrettato", dice don Paolino. "Fra due settimana si deve rigiocare e la Lega ci ha pregato di comunicare cosa succederà. Chiederò ai soci che si risolva questa vicenda".

Le incomprensioni sarebbero sorte su questioni "comportamentali". "Ma sono ottimista che si possa risolvere", prosegue il fondatore "In questi casi è necessario che qualcuno faccia un passo indietro".

Se la prima squadra dovesse ritirarsi resterebbe comunque in piedi il settore giovanile, che conta 130 giocatori e una squadra Allievi che disputa il campionato regionale. "La società è nata con l'idea di convogliare sulla prima squadra i giovani di Bosa, anche se qualcuno viene anche dai centri vicini. La prima squadera è il loro indispensabile punto d'arrivo".

Ma il nodo è un altro: "Il fiore all’occhiello della Calmedia, che ha un passato anche in Promozione, è stato sempre giocare secondo i valori migliori del dilettantismo. Adesso sembra che stiano venendo meno, ma siamo intenzionati a non cancellare 45 anni di vita".
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