Cinquanta milioni di euro. Sono i soldi che la Regione, attraverso le parole del presidente Christian Solinas, sta ipotizzando di destinare al calcio sardo per un miglioramento - non più rinviabile - degli impianti. «Applaudo quest’iniziativa: è un grido d'allarme che abbiamo lanciato da tempo», il commento del presidente del Comitato Regionale Sardegna Gianni Cadoni nella puntata natalizia del programma di Radiolina “L’Imformatore Sportivo”. «Non ho ancora avuto comunicazioni in merito: so che è stato approvato un emendamento e spero che il riammodernamento e la messa in sicurezza dei nostri stadi possa diventare presto realtà. In ogni località sarda c’è un campo di calcio, ma in molte zone sono polverosi o inadeguati». Da Assemini a Muravera, passando per Villacidro, Carbonia e l’assurdo caso di Quartu Sant’Elena: sono molti i comuni di rilievo dell’Isola, la maggior parte peraltro al Sud, che hanno avuto problemi con i propri campi. Con la necessità di riammodernare altri impianti che, Cagliari in primis con la questione nuovo stadio ma non solo, ospitano campionati nazionali (vedi Olbia e Torres, ma anche società di Serie D).

Una necessità. Fra i principali casi di società sarde che hanno avuto problemi con gli stadi c’è la COS Sarrabus-Ogliastra, che fino al 2022 era il Muravera e poi si è spostata a Tertenia cambiando nome e sede. «Una società organizzata, che sta facendo molto bene», l’elogio di Cadoni - parlando al programma condotto da Lorenzo Piras - per la vice capolista del Girone G di Serie D. «Si è dovuta trasferire non senza qualche polemica. Ha un parco giocatori con molti sardi e si sta facendo apprezzare ovunque, anche con il settore giovanile». Con loro altre realtà, da Tempio a Nuoro per parlare solo di alcuni comuni nei campionati regionali: «Cito Selargius per anni e Sant’Elena da tempo. Abbiamo necessità di poter ristrutturare tutta la nostra impiantistica regionale, spero che quest’annuncio possa vedere una via definitiva con qualsiasi futura amministrazione. Il calcio è un qualcosa di tutti: la nostra missione è anche sociale», conclude Cadoni.

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