Domani circa 51 milioni di italiani, di cui 3,5 all'estero, sono chiamati al voto per dire sì o no alla Riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi.

Si vota dalle 7 alle 23.

I sardi che hanno diritto di votare sono poco meno di un milione e mezzo.

Sul piano nazionale è soprattutto un duello tra Matteo Renzi e Beppe Grillo. IL primo in caso di sconfitta potrebbe dimettersi come ha detto ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il secondo coglierebbe l'occasione per candidare il suo Movimento alla guida del paese.

Poi c'è la Sardegna con il nodo dell'Autonomia: l'Isola la perderebbe in caso di vittoria del sì o ne gioverebbe?

L'articolo che segue riguarda questo argomento.

Tornando a Renzi e Grillo, i due non hanno soltanto incarnato al massimo grado politico e polemico il Sì e il No (Berlusconi si è schierato contro la riforma, ma tardi e tiepidamente): il premier e il leader M5S ieri avevano due modi diametralmente diversi anche di leggere l'Italia di questi ultimi giorni e quella che verrà da lunedì mattina.

Per Renzi «è stata una bellissima campagna elettorale: ho sentito tanta gente parlare di Costituzione».

Per Grillo, che ha chiuso a Torino la campagna, «vincere o perdere è la stessa cosa: siamo un Paese spaccato in due».

Poi si ritorna alle accuse incrociate e speculari, perché Renzi ha respirato sì una bella aria, ma «nonostante qualcuno abbia cercato di avvelenare i pozzi».

E Grillo, alla faccia di chi lo accusa di disinformare, lamenta che ormai «siamo nella stasi mentale dove l'originale diventa falso e il falso vero».

"Vincere o perdere è lo stesso: il Paese è comunque spaccato in due" ha detto ieri Grillo tradendo un velo di pessimismo e confessando di avere già pronto il Maalox.

"Sono un po' stanchino ma sono gasatissimo dall'idea che questa rimonta bestiale possiamo portarla a casa", ha detto invece Renzi ostendando ottimismo.

I seggi all'estero sono stati chiusi. L'afflunza è stata del 40 per cento.

Il servizio di Teresa Piredda sul TG di Videolina
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