La pesca dei ricci di mare è un mestiere faticoso. A Cagliari, fra le onde di un mare cristallino, non sono rimasti in molti a praticarla. Per fortuna c'è Gesuino, che con il suo clan di ex detenuti porta avanti con orgoglio una delle più antiche tradizioni della cultura sarda.

Sono i contenuti al centro del documentario "Il Clan dei ricciai" di Pietro Mereu, che si è aggiudicato il Premio Ucca - l'Italia che non si vede 2018.

La giuria del premio, composta da Maria Luisa Brizio, Alice Bolognesi, Letizia Lucangeli, ha decretato Il clan dei ricciai miglior film del Concorso Biografilm Italia con la seguente motivazione: "Il clan dei ricciai ha saputo raccontare con naturalezza ed eleganza una storia di riscatto e dignità attraverso una solida narrazione e immagini nitide e poetiche di volti e luoghi".

"Sono molto felice – dichiara Mereu - che il mio film abbia vinto questo premio perché l'Italia che non si vede è proprio quella che ho cercato di far vedere, e che ha tante storie interessanti da raccontare. Ringrazio i produttori che hanno creduto nel progetto, il Biografilm per averlo accolto e la Sardegna Film Commission per averlo sostenuto e continuare a sostenerlo".

L'opera, accompagnata dalle note delle "Canzoni di Malavita" di Joe Perrino, si aggiudica un assegno di 1.000 euro e un accordo di distribuzione nazionale con "L'Italia che non si vede. Rassegna Itinerante di Cinema del Reale" a cura di UCCA – Unione dei Circoli Cinematografici ARCI.

Il clan dei ricciai di Pietro Mereu è prodotto dalla Drive Production Company di Nicolas Vaporidis, Matteo Branciamore, Primo Reggiani e Eros Galbiati e realizzato con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission e del Comune di Cagliari – Fondo Filming Cagliari.

Il film è inoltre stato riconosciuto di interesse culturale dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – MiBACT.

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(Unioneonline/v.l.)
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