Può essere considerato un emigrato di ritorno anche se continua a lavorare tra Milano e Londra dal lunedì al venerdì. Da quindici anni, ogni weekend rientra in Sardegna per godersi il mare della nostra Isola, la pesca, Capoterra, Cagliari e la sua famiglia. Fabio Pesce, 54 anni, nato nel capoluogo sardo, studi al Liceo Siotto, ha lasciato l'Isola tanti anni fa, subito dopo la maturità, per laurearsi alla Luiss e intraprendere una carriera che oggi lo ha portato a guidare la Twinings in Italia.

General manager della società inglese leader nella produzione di tè, dirige nel nostro Paese un colosso con stabilimenti in tutto il mondo e si trova a fare i conti con la Brexit. "Quando si è avuta notizia dei risultati del referendum ero a Londra, in riunione nella casa madre", racconta, "inizialmente c'è stato un momento di panico. Fino a quel momento nessuno pensava seriamente alla Brexit. In ogni caso, noi produciamo in tanti Paesi, per cui non credo che avremo problemi".

LA FORMAZIONE - Dopo essersi laureato in Economia alla Luiss, a Roma, Fabio Pesce, negli anni Novanta decide di proseguire la sua formazione all'estero. "Gli Usa erano considerati la patria del marketing e mi attirava l'idea di andare lì a completare la mia formazione", spiega dalla sua scrivania nella sede italiana di Twinings.

Lo sbarco negli States lo porta nella Silicon Valley, ma poi si sposta a New York dove inizia a lavorare con un consorzio, Sardegna Export, legato a Confindustria. "Vendevo nella Grande Mela la Sardegna, ho girato tutti i ristoranti italiani proponendo bottarga e altri prodotti agroalimentari", racconta il manager cagliaritano. Esporta anche marmi e graniti provenienti dall'Isola. Poi completa gli studi con un master in Business Administration (Mba) alla Stern School of Business di New York.

A questo punto la sua carriera prende il volo in aziende multinazionali. "Mi sono occupato di marketing soprattutto di alimentari o beni legati al settore, come prodotti da forno e per l'infanzia, drink, biscotti, solo per citarne alcuni".

LA SVOLTA - Il passaggio dal marketing al commerciale è quasi obbligato. "All'inizio non avevo un'idea chiarissima di cosa volessi fare da grande, ma ho cercato di farmi guidare dalle opportunità e dalle emozioni, nel tentativo di accedere a esperienze diverse", aggiunge, "fino a qualche anno fa si apprezzava una iper-specializzazione, mentre oggi le aziende sono alla ricerca di comprovate doti di 'agilità' derivate da un percorso fatto di esperienze diverse. Mi capita di confrontarmi con agenzie di Recruiting e tra i valori che si cercano c'è proprio la curiosità e la volontà di esplorare settori differenti".

Per il manager cagliaritano, avere una buona dose di elasticità mentale è una dote da apprezzare in un giovane che esce dall'Università, "anche perché l'economia oggi viaggia a un'altra velocità". Valori che hanno permesso a Fabio Pesce di conquistare ottimi risultati con Twinings in Italia, dove vengono apprezzate le nuove linee produttive, studiate per assecondare le indicazioni dei consumatori.

Fare in modo che un'azienda con 300 anni di storia mantenga il proprio primato sui mercati non è semplice, "ma ci riusciamo", spiega, "studiando i nuovi orientamenti di consumo e mettendoci al passo con i tempi, pur nel solco della tradizione. I nostri maestri miscelatori sono bravissimi nel creare nuovi prodotti seguendo le indicazioni che vengono dal mercato. Oggi, ad esempio, si parla di salutismo e quindi con il tè deteinato e gli infusi andiamo incontro alle richieste dei consumatori".

Le nuove linee dell'azienda vanno in questa direzione.

LA SARDEGNA Un principio che Fabio Pesce applicherebbe anche all'Isola. "Non ho mai lavorato in Sardegna ma in tanti altri posti invidiano i nostri prodotti", spiega.

L'Isola però dovrebbe accelerare su alcuni fronti, "a iniziare dalla formazione". Per esempio, "bisognerebbe parlare più l'inglese e collegare maggiormente le università alle aziende", mentre i giovani dovrebbero "esporsi a varie esperienze per capire quale strada intraprendere". Magari sorseggiando un tè al Poetto.

Giuseppe Deiana

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