Di D. B. Cooper si sa solo che il 24 novembre del 1971 mise a segno una delle più rocambolesche rapine mai realizzate e riuscì a sparire nel nulla con un bottino di 200mila dollari, senza lasciare il minimo indizio agli agenti dell'FBI, che dopo decenni di indagini dichiararono chiuso il caso.

Un piano curato in ogni dettaglio, una buona dose di sangue freddo e pure di fortuna sono stati gli ingredienti di uno storico "colpo" che ha spiazzato le forze di polizia americane e catturato per anni l'attenzione dei media.

Siamo a Portland, sulla costa est degli Stati Uniti, è una mattina d'inverno e un aereo con a bordo una quarantina di persone sta per decollare diretto a Seattle: tra i passeggeri c'è anche un misterioso uomo in giacca e cravatta che ha pagato il biglietto in contanti e porta con sé una piccola valigetta.

Il suo piano scatta a metà volo, quando avvicina una hostess, le dichiara di avere con sè dell’esplosivo e minaccia la strage se non gli verranno consegnati 200mila dollari in contanti.

Le autorità accettano e la consegna avviene in un’area isolata dell’aeroporto di Seattle, una hostess prende il bottino mentre gli ostaggi vengono liberati nel buio assoluto. Poi l'aereo riparte con a bordo il dirottatore e alcuni membri dell'equipaggio in direzione del Messico. Ma D. B. Cooper lo abbandonerà poco dopo lanciandosi nel vuoto con un paracadute e sparendo nel nulla.

La caccia all’uomo parte immediatamente ma del colpevole si ha solo un vago identikit, solo qualche anno più tardi verranno ritrovate sulle rive del fiume Columbia alcune migliaia di dollari riconducibili al riscatto, facendo ipotizzare che il dirottatore sia morto lanciandosi nel vuoto.

Poi sul caso scenderà il mistero e al di là di supposizioni, fantasie da giallisti e segnalazioni di mitomani, anche l'FBI smetterà di cercare, contribuendo alla fama del "colpo perfetto".

(Redazione Online/b.m.)
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