L'ultima campagna di scavi in Tunisia, la nona, ha portato alla scoperta della città sommersa di Neapolis, una delle colonie romane del nord Africa, volute da Giulio Cesare.

Insieme agli archeologi tunisini e algerini c'erano anche gli studenti del corso di specializzazione in beni archeologici dell'Università di Sassari, gestito dal Consorzio 1 nella sede di Oristano.

I risultati dell'importante campagna di scavi sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dal direttore del Consorzio 1 Francesco Asquer e dai docenti Raimondo Zucca, Pier Paolo Spanu e dal direttore del dipartimento di storia dell'università di Sassari Marco Milanese.

A rappresentare gli archeologi tunisini è arrivato anche il professor Mounir Fantar, ispettore archeologico del nord est della Tunisia e direttore del sito di Neapolis.

Gli scavi finanziati anche dal Consorzio 1 vennero avviati nel 2010 grazie a una ricerca di Raimondo Zucca che si basava sugli studi della città di Neapolis in Sardegna. L'obiettivo era quello di analizzare l'altra Neapolis africana.

Come ha ricordato lo stesso Zucca, le due città avevano in comune, oltre al nome, uno sviluppo industriale legato alla trasformazione e al commercio del pesce nel bacino del Mediterraneo. Oltre ad essere due colone romane erano importanti empori cartaginesi aperti anche alla Grecia.

Con il supporto di immagini aree gli archeologi hanno individuato i resti della città sia nell'area terrestre, sia nell'area sommersa (circa 1/3 dell'intera superficie urbana), di oltre 20 ettari. Nelle ricerche subacquee si sono individuati numerosi stabilimenti per la produzione del garum (salsa di pesce), sprofondati fino a 5 metri di profondità, in seguito a un evento tettonico, probabilmente del IV secolo d. C.

Neapolis d'Africa diviene così l'unica città antica sommersa, parzialmente, del Maghreb. Nei prossimi mesi il lavori di ricerca e le scoperte archeologiche saranno illustrate in un volume in fase di ultimazione da parte del dipartimento di storia dell'Università di Sassari.

Raimondo Zucca
Raimondo Zucca
Raimondo Zucca
© Riproduzione riservata