Come una piccola Pompei, emergono dagli scavi per la realizzazione della metro C a Roma frammenti del passato risalenti a un periodo fra il II e il III secolo d.C.

Mosaici, due vani di un edificio, gli scheletri carbonizzati di un cane e forse del suo cucciolo davanti a una porta: è stato probabilmente un incendio a fermare il tempo dei resti consegnandoli al futuro, e precisamente ai giorni nostri, mentre in via dell'Amba Aradam si stanno svolgendo i lavori per il tratto della metropolitana.

I materiali analizzati dagli archeologi della Soprintendenza guidata da Francesco Prosperetti al Pozzo Q15 della linea C permettono di esaminare inediti dettagli sulle tecniche di costruzione degli edifici dell'antica Roma, rimasti intatti probabilmente grazie a condizioni ambientali e climatiche ideali.

Il solaio carbonizzato è stato ritrovato un mese fa, poi sono emerse le tracce di un mosaico pavimentale del piano superiore, oltre a frammenti di intonaco, oggettistica in legno finalizzata all'arredamento, una gamba di uno sgabello, e una grande tavola.

I resti del cane erano proprio davanti alla porta, forse è stato travolto dal crollo improvviso della casa a seguito di un incendio.

Intanto i lavori continuano, per accertare date e circostanze in cui si è verificato l'evento improvviso: potrebbe anche trattarsi di un rogo scatenato da un terremoto.

(Redazione Online/s.s.)
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