I monumenti "nuovi", nel senso che sono ancora da scoprire, dopo 21 anni non sono tanti.

Di nuovo, però, c'è il modo di scoprirli, il che consente a "Monumenti aperti" - la rassegna culturale di Imago Mundi in programma il 13 e il 14 maggio a Cagliari, presentata stamattina durante un incontro al Ghetto degli Ebrei - di rinascere. Ancora una volta.

La novità principale non è, quindi, tanto il "dove", ma il "come": da quest'anno la rassegna finanziata principalmente dal Comune prevede non più singoli siti da visitare, bensì percorsi. E ha un tema: il paesaggio. In molti quartieri cagliaritani ci sono i segni di un passato insospettabile: succede ad esempio nel quartiere di San Benedetto, dove resistono le tracce del periodo in cui la città viveva dentro le mura, e il rione ne era l'orto, oltre che la vigna. Però certo, i monumenti ci sono, come hanno spiegato il sindaco Massimo Zedda, gli assessori alla Cultura e al Turismo, Paolo Frau e Marzia Cilloccu, e il presidente di Imago Mundi, Fabrizio Frongia. La guida, curatissima, è sul sito www.monumentiaperti.com. Tra le novità ci sono l'Ospedale militare, un'area ancora inesplorata (dal pubblico) a Tuvixeddu, la Chiesa Evangelica in viale Regina Margherita, l'Ippodromo e l'ex ospedale Sant'Antonio alla Marina, ora Ostello della Gioventù. Le scuole coinvolte sono 150, i ragazzi - secondo la formula vincente da vent'anni - saranno i ciceroni. Nata a Cagliari, "Monumenti aperti" si organizza ora in una sessantina di Comuni sardi, nelle Langhe in Piemonte e a Ferrara.
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