Trent'anni di carcere con il riconoscimento dell'aggravante della premeditazione.

È la condanna chiesta in corte d'assise d'appello di Roma per Manuel Foffo al processo di secondo grado per l'omicidio di Luca Varani.

In primo grado Foffo è stato condannato a 30 anni con rito abbreviato, per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà.

Il 4 marzo 2016 Foffo e il suo amico Marco Prato (morto suicida nella cella in cui era recluso) hanno ucciso il 23enne Luca Varani massacrandolo a coltellate e colpi di martello durante un festino a base di sesso e droga.

Per il procuratore generale la premeditazione emerge da quanto accaduto nei giorni immediatamente precedenti il delitto. Due giorni prima Prato chiede a un suo amico - tale Giacomo Donati - di portargli tutti i tranquillanti che ha.

Il 3 giorno, vigilia dell'omicidio, Foffo e Prato invitano a casa un altro amico, Alex Marconi, dicendogli di avere "tanti regali e vodka". Quando il ragazzo arriva a casa di Foffo, Prato gli offre anche della cocaina e tenta un approccio sessuale. Alex rifiuta e per questo viene cacciato.

"Mandalo via questo qui, non ci serve", dice Prato e Foffo.

Secondo l'accusa i due stavano scegliendo la loro vittima. Dopo Alex Marconi invitano un altro amico, che quando arriva in casa si ritrova Prato in abiti femminili e con una parrucca: il giovane riferisce di avere un appuntamento con un'amica e va via. "Si salva", sostiene il pm.

Dopo questi tentativi a vuoto i due contattano e invitano Varani, per poi ucciderlo sottoponendolo a una terribile agonia di almeno due ore. Quando il 23enne arriva a casa lo drogano e lo stordiscono, quindi lo massacrano: secondo il referto dell'autopsia si accaniscono con coltellate e martellate su testa e bocca del giovane; poi cercano di strangolarlo con una corda di nylon, quindi gli tagliano la gola.

Almeno trenta le ferite meno profonde inferte - secondo l'accusa - solo allo scopo di vederlo soffrire.

Luca Varani è morto dissanguato.

E se Prato si è pentito, tanto che ha cercato di suicidarsi subito dopo il massacro, Foffo non ha avuto rimorsi: ha contattato il padre e insieme hanno chiamato l'avvocato di fiducia.

La sentenza d'appello a carico di Foffo è attesa per il prossimo 10 luglio.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata