La battaglia dell'Associazione Coscioni per l'eutanasia ha un nuovo volto.

È quello di Irene, una giovane donna morta lo scorso 24 agosto, due giorni dopo aver concluso le procedure per ottenere il suicidio assistito in Svizzera. Quela Svizzera che non è mai riuscita a raggiungere, stroncata a 30 anni da un adenocarcinoma polmonare diagnosticatole due anni prima.

Una malattia che non le ha impedito di vivere una vita normale e felice. Di viaggiare in giro per l'Europa, di adottare un cane e di sposarsi con Andrea, che in un video ha raccontato la storia della sua donna, "che avrebbe voluto essere padrona del suo destino".

Quando Irene ha capito che l'evoluzione della malattia le avrebbe causato atroci sofferenze, a gennaio 2016 aveva contattato la clinica Dignitas, per poi richiedere l'assistenza al suicidio nell'agosto scorso. Aveva anche contattato Marco Cappato, ma non ha fatto in tempo. È morta prima a casua di un iter che - spiega il marito nel video - "ha richiesto troppo tempo".

"Conquistato il testamento biologico, l'obiettivo ora è arrivare a una legge sul fine vita che consenta la libertà di scelta anche a chi - come Irene, Fabo e altri - desidera interrompere una condizione di irreversibile sofferenza, e questo sarà possibile sono con la legalizzazione dell'eutanasia", ha commentato Cappato, sotto processo a Milano per aver accompagnato dj Fabo in Svizzera.

Nel videoappello il marito Andrea si rivolge agli "illustri rappresentanti del popolo italiano". "Irene è morta come non avrebbe voluto, era terrorizzata all'idea di sopravvivere attaccata a una mascherina collegata a sua volta a una bombola d'ossigeno. Era terrorizzata all'idea che l'ossigeno potesse finire, aveva paura che il mostro potesse espandersi e farla soffrire sempre di più, riducendone l'autonomia e privandola della sua dignità".

"Negli ultimi tempi - conclude Andrea - era estremamente debole e molto sofferente. Illustri rappresentanti del popolo italiano, per la mia Irene e per tutte le altre Irene del nostro Paese credo sia giunta l'ora di parlare di eutanasia legale".

In Parlamento giace da 4 anni e mezzo una porposta di legge di iniziativa popolare per l'eutanasia legale. "Irene - spiega Cappato - non ha fatto in tempo a morire come avrebbe voluto. Così come capita a chi non può permettersi i costi economici, o non è nelle condizioni di affrontare il viaggio o non può contare sull'aiuto di qualcuno che si assume la responsabilità penale di assisterlo nel trasferimento. Ci batteremo affinché questo non avvenga più".

(Unione Online/L)
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