Il corpo di Giovanna Piras è ancora al Policlinico universitario: il medico legale Roberto Demontis, su disposizione del pm Diana Lecca, entro oggi completerà gli esami sui resti della donna di Assemini ritrovati in un terreno di via Coghe a tre anni e dieci mesi dalla scomparsa.

I dubbi per gli inquirenti sarebbero davvero pochi: dai primi accertamenti, la bidella (quando è sparita aveva 54 anni) potrebbe essere morta per aver ingerito tre boccette di barbiturici. La tac ha escluso segni di violenza. Non sembra inoltre possibile ipotizzare alcun spostamento del corpo: sono state trovate delle radici tra gli indumenti della donna.

IL MISTERO - I dubbi comunque non mancano. Giovanna Piras il 20 gennaio 2014 è uscita dalla sua casa di via Roma e quasi certamente, dopo aver percorso via Bacaredda (c'è chi il giorno della scomparsa ha riferito di averla vista proprio in questa strada) ha raggiunto via Coghe, fermandosi nel terreno abbandonato.

Da una prima ricostruzione dei carabinieri di Sant'Avendrace e del nucleo investigativo provinciale, sulla base dei riscontri del medico legale, il corpo sarebbe rimasto in quel campo per moltissimo tempo, quasi certamente dal giorno della segnalazione della scomparsa. È possibile che nessuno lo abbia mai notato?

LE RICERCHE - Nel terreno, protetto da una recinzione ma con un'apertura laterale, sono entrati anche pastori con pecore e capre. Ma nessuno ha mai visto il corpo della donna: con il passare del tempo, tra pioggia e vento, i poveri resti della bidella sono stati parzialmente coperti dalla terra. Le ricerche inizialmente si sono concentrate proprio nel triangolo di strade tra via Bacaredda, via Coghe e via Asproni. "Speravamo fosse ancora viva. Invece era qui", hanno commentato le sorelle e le nipoti della scomparsa. A un chilometro, in linea d'aria, dalla sua casa.

IL RITROVAMENTO - Lo scheletro è stato notato da una donna, in cerca di finocchietto selvatico, giovedì verso le 18. In un primo momento ha pensato fossero ossa di animali. Soltanto dopo diverse ore ha dato l'allarme, chiamando i carabinieri, quando è ritornata nel terreno con il marito. I resti erano coperti anche dagli indumenti. Addosso ancora le scarpe. Accanto la borsetta con documenti e carta di credito. E poi tre boccette di barbiturici oramai vuote. "È viva ed è qui ad Assemini", ha sempre sostenuto il marito, Giorgio Garau (in passato indagato anche per omicidio della moglie, posizione poi archiviata). Lo scorso agosto l'uomo è finito in carcere per molestie su una giovane. La coppia aveva perso un figlio: una tragedia che ha sconvolto per sempre la vita dei due.

Matteo Vercelli

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