Nuove accuse al Movimento 5 Stelle nella vicenda delle firme false depositate in occasione della presentazione delle liste per le elezioni in Sicilia.

A muoverle è Fabio Trizzino, avvocato e marito di Lucia Borsellino e genero di Paolo, il giudice ucciso dalla mafia nel 1992.

Che avrebbe ricevuto una chiamata da un ispettore della Digos, incaricato di verificare l'autenticità della firme incriminate. Scoprendo che, nelle liste del M5S, è finito pure il suo nome.

"Ma io non ho mai firmato", precisa Trizzino. Anche perché, dice, "non mi piace il loro modo di fare politica, quel nichilismo istituzionale, quel considerare tutti disonesti, un’orda populista e settaria che è arrivata al punto da chiedere perfino l’arresto di mia moglie quando morì la piccola Nicole, la bimba di Catania".

Di qui la volontà di costituirsi parte civile, qualora, a conclusione dell'inchiesta, il giudice deciderà di andare a processo.

IL CASO DELLE FIRME FALSE A PALERMO - VIDEO:

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