Sono otto tra parlamentari e attivisti del Movimento 5 Stelle indagati con l'accusa di aver violato il testo unico 570 del 1960 nell'ambito della vicenda delle firme false a sostegno della lista M5S presentata nel 2012 alle elezioni comunali di Palermo.

Saranno tutti sentiti nei prossimi giorni dalla Procura.

Tra gli indagati c'è anche Claudia La Rocca, la deputata regionale siciliana dell'Ars che ha deciso di collaborare con i magistrati di Palermo, autoaccusandosi di avere partecipato alla falsificazione delle liste dopo aver tirato in ballo una serie di nomi eccellenti nel movimento siciliano.

La giovane deputata, dopo essere finita nel ciclone mediatico, ha annunciato l'intenzione di autospendersi.

L'INTERVENTO DI GRILLO - Anche perché il leader del Movimento Beppe Grillo ha detto la sua con un messaggio sul blog: "Chiediamo a tutti gli indagati nell'inchiesta di Palermo di sospendersi immediatamente dal MoVimento 5 Stelle non appena verranno a conoscenza dell'indagine nei loro confronti a tutela dell'immagine del Movimento e di tutti i suoi iscritti".

RENZI E IL PD - Intanto la notizia degli indagati grillini ha scatenato la reazione del Pd, a partire dal premier Matteo Renzi che ha detto: "Pensate che chi gridava 'onestà onestà' ora ha solo cambiato una consonante e dice 'omertà omertà' e si ritrova a difendere le loro firme false".
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