Alla vigilia del referendum sulla Brexit di domani, fioccano gli ultimi appelli da parte di esponenti politici e personalità del Regno Unito.

Con i sondaggi che danno favoriti i Sì, e quindi l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, i più attivi a lanciare messaggi agli elettori sono in queste ore i fautori del No.

Anzi, del Remain (restare).

Una causa sposata dal premier David Cameron e dal partito laburista, ma anche da vip come David Beckham e J.K. Rowlings.

Oggi si sono aggiunti al coro i leader scozzesi, che hanno deciso di mettere da parte le proprie divisioni, in nome dell'ideale europeista.

"Siamo in disaccordo su molte cose, ma questa questione va al di là della politica dei partiti", hanno detto i vertici dei principali partiti e movimenti, secondo cui "rimanere in Europa e nel suo mercato unico di 500 milioni di persone è vitale per l'occupazione, gli investimenti e le opportunità per la popolazione scozzese".

Intanto, mentre il tabloid The Sun "spiffera" che la regina Elisabetta sarebbe propensa a votare per l'uscita dall'Ue e mentre il leader del fronte del Sì Nigel Farage sentenzia: "Domani sarà il nostro Independence Day", appelli al "Remain" arrivano numerosi anche dall'estero.

Dall'Irlanda, ad esempio, e nientemeno che dagli U2, band molto amata anche in Inghilterra.

"Vogliamo dire agli elettori irlandesi nel Regno Unito: non andate, ci manchereste. L'Europa senza il Regno Unito sembra inimmaginabile per noi", hanno detto Bono Vox e soci.

Inviti al No anche dai principali lader europei, compreso Matteo Renzi.

"Il popolo britannico deve evitare di fare "la scelta sbagliata" nel referendum di domani, perché la scelta di lasciare l'Unione europea vorrebbe dire scambiare l'autonomia per l'isolamento, l'orgoglio per la debolezza e l'identità per l'autolesionismo", ha dichiarato il premier italiano in un'intervista all'autorevole The Guardian.

Monito anche dal presidente delle Commissione Ue, Jean-Claude Juncker: "I politici e gli elettori britannici

devono sapere che in caso di Brexit non ci sarà alcuna rinegoziazione. Abbiamo concluso un accordo con il primo ministro: ha avuto il massimo che poteva ricevere e noi abbiamo dato il massimo che potevamo dare. Non ci sarà

alcun tipo di rinegoziazione, né sull'accordo trovato in febbraio né per quanto riguarda la negoziazione di altri trattati. Chi è fuori è fuori".
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