Momenti di alta tensione nella notte alla Columbia University di New York, dove la polizia è intervenuta per sgomberare gli studenti che avevano occupato il campus Hamilton Hall. L’occupazione era nata alcuni giorni fa da una ferma presa di posizione contro i bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza e a sostegno del popolo palestinese.

A richiedere l’intervento della polizia è stata la Columbia University: centinaia di agenti in assetto antisommossa sono entrati in azione nella notte, scatenando momenti di tensione e scontro con i manifestanti. L’irruzione degli agenti nell’edificio è avvenuta passando da una delle finestre dell'edificio e, dopo aver incontrato una certa resistenza, è riuscita a sgomberare tutti gli occupanti, arrestando un centinaio di persone.

La polizia ha negato di aver usato gas lacrimogeni, come invece sostenuto da alcuni attivisti sui social media.

La Columbia University ha difeso il proprio operato, affermando che l’intervento della polizia era necessario per ripristinare l’ordine e la sicurezza all’interno del campus.

L’occupazione della Columbia University e il successivo sgombero si inseriscono in un più ampio movimento di protesta che ha coinvolto diverse università americane nelle ultime settimane: studenti e attivisti hanno organizzato manifestazioni, sit-in e occupazioni per esprimere solidarietà con la causa palestinese e condannare il conflitto in corso nella Striscia di Gaza.

A Los Angeles sono stati segnalati scontri durante una protesta nel campus dell’Università della California: i tafferugli, come riferiscono le tv americane, sono scoppiati quando un gruppo di attivisti pro-Israele si è presentato al campus con l'intenzione di rimuovere il raduno filo palestinese.

(Unioneonline/v.l.)

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