Ghost gear è il termine che indica reti e altri attrezzi ‘fantasma’, ovvero, persi accidentalmente, abbandonati o scartati. Uno dei fattori più dannosi per l’inquinamento plastico marino. Il Mediterraneo in particolare è uno dei mari più inquinati al mondo, con oltre 1 milione di tonnellate di plastica presenti nelle sue acque. Il WWF conduce nel Mediterraneo diversi progetti per liberare dagli attrezzi fantasma alcune delle aree ecologicamente più sensibili, come le Aree Marine Protette (AMP): questo è l’obiettivo nel parco del Sinis e Isola di Maldiventre nel progetto Pescare oggi per Domani.

L’associazione del panda arriva nella penisola del Sinis. In collaborazione con l'Area Marina Protetta e i pescatori e i subacquei; sono state identificate e ripulite le aree con la maggiore concentrazione di attrezzi da pesca fantasma, che, spesso persi accidentalmente durante le attività di pesca, costituiscono un pericolo per la biodiversità marina ma anche per le attività di pesca stesse.

Grazie al coinvolgimento e contributo del team del WWF Germania è stato possibile per la prima volta nel Mediterraneo testare la strumentazione sonar per identificare con maggior rapidità gli attrezzi da pesca fantasma sui fondali dell’Area Marina. Forti dell’uso della tecnologia, la squadra è anche supportata dall’esperienza subacquea del Korakodes diving, che ha accompagnato il team in immersioni di verifica per confermare l’identità degli attrezzi riconosciuti dal sonar. 

Grazie alla collaborazione di imbarcazioni da pesca professionale, impegnate in un percorso verso una maggiore sostenibilità e interessate a contribuire alla bonifica dell’ambiente marino, e del nucleo sommozzatori della Guardia Costiera coordinato dalla Capitaneria di Porto di Oristano, sono stati rimossi gli attrezzi da pesca fantasma dai fondali. Questa azione di pulizia dei fondali si inserisce nel progetto “Pescare Oggi Per Domani”, che mira a promuovere la trasformazione della gestione della piccola pesca nel Mediterraneo, mostrando come, attraverso meccanismi di co-gestione tra pescatori, ricercatori, autorità e ONG, sia possibile raggiungere una maggiore sostenibilità ecologica, economica e sociale della piccola pesca. Il progetto è attivo presso l’AMP del Sinis dal 2018. Gli attrezzi fantasma lasciati in mare continuano a danneggiare habitat fondamentali a catturare per anni un'ampia diversità di specie marine tra cui specie target della pesca, esacerbando quindi gli effetti della sovrapesca, cosi come specie in via di estinzione: mammiferi marini, uccelli e tartarughe marine.

Gli attrezzi da pesca fantasma risultano dannosi non soltanto per le specie e gli habitat marini ma anche per gli operatori ittici. Infatti, oltre a ridurre la pescosità dei mari, gli attrezzi da pesca fantasma rallentano o impediscono le normali procedure di pesca riducendo quindi l’efficienza delle operazioni. È nell’interesse dei pescatori stessi minimizzare gli effetti degli attrezzi da pesca fantasma, per facilitare le operazioni di pesca e aumentare la produttività.

In mare (foto Wwf)
In mare (foto Wwf)
In mare (foto Wwf)

Giulia Prato, responsabile Mare del WWF Italia, spiega che “Il Mar Mediterraneo purtroppo è uno dei mari più sfruttati, con il 75% degli stock ittici soggetti a pesca eccessiva, ma anche uno dei più inquinati, con oltre 1 milione di tonnellate di plastica attualmente presenti nelle sue acque. Gli attrezzi fantasma lasciati in mare hanno gravi impatti sull’ecosistema marino e di conseguenza sugli operatori ittici, poiché oltre a danneggiare habitat fondamentali per molte specie, continuano a catturare per lungo tempo anche specie target della pesca professionale. È fondamentale porre fine a questo impatto, ancor più nelle Aree Marine Protette, essenziali per la salvaguardia del  Capitale Blu da cui tutti dipendiamo”.

Alessandra Pinna, vicesindaca e Assessora con delega alla Pesca, esprime gratitudine al team del WWF “e con gli studiosi collaboriamo all’iniziativa attraverso l’AMP. Il lavoro che da tre anni ci vede impegnati per coinvolgere i pescatori nella gestione sostenibile del settore pesca all’interno dell’AMP prevede questa nuova tappa con un forte carico d’innovazione; è una esperienza che potrebbe diventare di riferimento per altre aree del Mediterraneo”.

Massimo Marras, Direttore AMP Sinis - Isola di Maldiventre ha accolto con entusiasmo la proposta di WWF Germania per testare la tecnica innovativa all’interno dell’AMP.  “Avremo modo di verificare la sua efficacia in diversi tipi di fondale e allo stesso tempo è un'occasione per coinvolgere i pescatori anche in questo tipo di attività meno tradizionale. Continuiamo a lavorare da tre anni in questa direzione e speriamo di mettere in campo ulteriori iniziative nel prossimo futuro. La collaborazione tra AMP, pescatori è un fattore chiave per la conservazione del nostro patrimonio ittico e per la sostenibilità della pesca”.

 “Offriamo il nostro supporto con piacere” dice Matteo Gragnani, comandante della Capitaneria di porto di Oristano. “ È però importante che l’azione di tutela e la sostenibilità delle attività marittime siano attuate in collaborazione e sinergia non solo da parte dei soggetti istituzionali, ma anche degli operatori, primi tra tutti il ceto peschereccio”. 

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