01 giugno 2014 alle 17:29aggiornato il 01 giugno 2014 alle 17:29
Dai monti di Pantani alla cronoscalataCosì Fabio è diventato "SpettacolAru"
Se Nairo Quintana è il vincitore designato del Giro d'Italia, Fabio Aru è la grande rivelazione.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
E' stato lo scalatore sardo che si è diplomato al Liceo Classico ("col minimo dei voti, ma solo perché facevo tante assenze per fare le corse") a infiammare il tifo azzurro alla ricerca di un nuovo campione di cui innamorarsi. Un campioncino da coccolare e da seguire, soprattutto nella grandi corse a tappe, Giro e Tour. Il Giro di Spettacolaru - come lo hanno ribattezzato con uno striscione presente anche oggi in cima allo Zoncolan i suoi tifosi - ha vissuto intorno a due acuti: l'entusiasmante vittoria sulla cima di Plan di Montecampione e il secondo posto nella cronoscalata di Cima Grappa, staccato di soli 17" dalla maglia rosa Quintana. A Plan di Montecampione, sulle strade di una delle tante imprese di Pantani, il sardo di Villacidro stupì tutti ricordando il modo di correre del 'Pirata'. Prima uno scatto, poi un altro, fino a sfiancare gente del calibro di Uran, Quintana e Evans. Nella cronoscalata, invece, è stato l'unico a insidiare Quintana sul suo terreno preferito, la salita. L'anno scorso, all'esordio da pro al Giro, Aru fu fondamentale nella vittoria finale del compagno Nibali. Quest'anno, una volta che Scarponi è stato messo ko da una delle tante cadute del Giro, ha giocato in proprio le sue carte. E le ha giocate alla grande, conquistando un terzo posto finale che, a meno di sorprese nella tappa di domani, lo promuove tra i protagonisti del ciclismo. A lui oggi sono arrivati anche i complimenti di Nairo Quintana, suo coetaneo: "E' forte in salita, sarà un rivale tosto nei prossimi anni. Ma a me piacciono le rivalità". E lui, da sardo umile che si schermisce mentre abbraccia la mamma Antonella e la fidanzata Valentina che lo hanno raggiunto sullo Zoncolan, commenta: "Ho fatto un Giro straordinario, ma devo ancora imparare molto, penso giorno per giorno. Come cambia la mia vita? Per niente. Sono contento di questo risultato che premia il lavoro fatto, ma penso che devo ancora crescere". Oggi, alla prima esperienza sullo Zoncolan, ha fatto fatica negli ultimi chilometri quando Quintana ha allungato, ma ha tenuto dietro di sè Rolland che poteva insidiargli il terzo posto: "Sì è vero ho fatto fatica, era dura, e allora sono andato col mio passo". Un passo che - l'Italia del ciclismo se lo augura - potrebbe portarlo lontano.
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