Sognava di superare "Monsieur Roubaix", il leggendario Roger de Vlaemink, che lo affianca a quota quattro successi nell'Inferno del Nord. Ma Tom Boonen non aveva fatto i conti con la sorpresa della 114^ edizione della Parigi-Roubaix, la corsa più crudele del panorama ciclistico: Matthew Hayman, australiano che sta per compiere 38 anni, con un modesto palmares, lo ha trafitto in volata al velodromo, conquistando il classico successo che dà un senso alla carriera.

La corsa sul pavè è stata decisa da una caduta, che ha troncato in due il gruppo e costretto all'inseguimento corridori come Cancellara e Sagan, favoriti assoluti della vigilia. Boonen ha avuto la grande fortuna di trovare l'ex iridato a cronometro Tony Martin come locomotiva per riguadagnare la testa della corsa e poi il trenino della Sky per aumentare il vantaggio.

Alla fine, sono rimasti in cinque e, a turno, tutti hanno provato a vincere per distacco: tra l'inglese Stannard, il norvegese Boasson Hagen, l'emergente belga Vanmarke e il favorito Boonen, è spuntato l'australiano, secondo non-europeo a conquistare quella che è una delle cinque corse-monumento del ciclismo.

Come al solito, i quasi 53 km di pavé hanno fatto sconquassi. L'incidente più impressionante, quello che ha coinvolto Elia Viviani, travolto da una moto nella foresta di Arenberg, ma uscito quasi illeso (è andato in ospedale per controlli). A due settimane dalla tragedia di Demoitiè, un altro campanello d'allarme sui rischi causati dai mezzi al seguito.

L'incidente più spettacolare è stato invece la caduta di Cancellara: Sagan se l'è trovato davanti ed è riuscito letteralmente a saltarlo con un gioco di equilibrismo di altissima scuola. Da campione del mondo: "Non sapevo di saper volare", ha commentato con la consueta ironia il 26enne slovacco.
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