Una notizia terribile, che ha scosso un'intera comunità, quella di Sassari e non solo: oggi è morto in ospedale, in seguito a complicanze da Covid, Costanzo Dettori. Aveva 75 anni ed è stato il più forte difensore sassarese di tutti i tempi.

Dettori lottava con tutte le sue forze contro la malattia da oltre un mese, ma alla fine si è dovuto arrendere, gettando nello sconforto la famiglia e tutti coloro, tantissimi, che gli hanno voluto bene. Costanzo Dettori era uno dei cuori di Sassari, nato, scherzo del destino, proprio in Via Torres, il nome della società che lo ha reso celebre.

Da bambino Costanzo era mingherlino, decisamente più piccolo dei suoi coetanei, ma nel calcio (e nella vita) aveva un cuore da leone, unito a una grinta straordinaria, che insieme allo scatto gli faceva superare tutti gli ostacoli. Nessuno però poteva poteva prevedere per lui, con quei chili, un futuro da stopper, così allora si chiamava il difensore centrale, che in genere era un marcantonio robusto e alto più di un metro e ottanta.

Costanzo Dettori ai tempi della Torres (foto concessa dalla famiglia)

Ma Costanzo ci ha sempre creduto, il solo per vari anni, da quando con i suoi amichetti si arrampicava sugli alberi che cingevano lo stadio Acquedotto di Sassari, per ammirare la sua amata Torres. Quando a 19 anni fu portato per la prima volta in ritiro con i rossoblù pesava 56 kg, il maestro di calcio Federico Allasio lo chiamava "mezza sega", ma fu, assieme al grande Incerpi, suo allenatore nelle giovanili, il primo ad intuirne davvero le doti.

A 19 anni e tre mesi nel 1965 l'esordio in serie C contro l'Anconitana. Vittoria per 1-0, rete di Vaiani. Era la Torres del grande portiere Salvino Biagi e di Paolo Morosi, ala e centrocampista, dopo Zola, e insieme a Marzio Lepri, il più grande calciatore della storia della Torres. Per Costanzo Dettori seguirono tanti campionati di serie C ad alti livelli, a cavallo degli anni 60 e 70, spauracchio da stopper e terzino di tutti i centravanti.

Ne sa qualcosa Giorgio Chinaglia, che con lui non toccò palla ai tempi della Massese. Dettori giocò insieme ad altri compagni prestigiosi, come Antonello Cuccureddu, Comunardo Nicolai e Mario Valeri. Dopo felici stagioni torresine, beniamino del pubblico sassarese, le belle esperienze di Thiesi e Ittiri, in cui le sue doti di eccezionale tempista e combattente, prodigioso nell'anticipo, rimasero intatte. Poi l'abbandono e i tanti tornei aziendali, dove giocò sino a 60 anni e oltre. Nel frattempo intraprendeva la sua carriera di commerciante, specie nel settore auto, e imprenditore.

Una vita intensa, con picchi altissimi e qualche caduta, ma con la consapevolezza di non avere mai chiesto nulla a nessuno. Poi qualche anno fa per Dettori i primi acciacchi e anche un libro bellissimo, "Un pallone lungo 60 anni", in cui ha raccontato la sua carriera, i suoi amici e gli infiniti aneddoti. Era un uomo gioviale Dettori, ma alla prima del libro, due anni fa, era emozionato come un bambino. Quest'estate ha subito anche un'operazione chirurgica a Verona. Un mese fa il terribile virus, al quale ha ceduto oggi. Lascia la moglie e due figli. Il suo nome a Sassari non verrà dimenticato, tutti ricorderanno per sempre quel ragazzetto smilzo che non mollava mai.
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